sabato 28 dicembre 2013

Letture natalizie






Capita, a volte, di essere trascinati nella lettura di qualche storia particolare solo per il fatto di sentirsi ispirati da una certa atmosfera. E l'atmosfera natalizia fa miracoli, ti fa fare tante di quelle cose insolite che durante l'anno sarebbe impensabile anche solo immaginare.
Sorridere a tutti gli estranei che incontri per le scale con un bel Buon Natale sussurrato sotto i baffi, aiutare signore con pacchi e pacchetti ad arrivare alla porta di casa, coccolare amorevolmente anche il più antipatico dei bambini dei vicini... cose così. E qualche volte ti fa venire pure voglia di leggere un racconto di Natale che fino a qualche settimana prima non ti sarebbe mai saltato in testa di prendere in mano. Un po' perché, diciamolo, leggere qualcosa di natalizio in un periodo non proprio natalizio non suona giusto. E poi perché quel qualcosa di natalizio é stato talmente usato e abusato che ti annoia solo l'idea di perderci tempo.

  
Charles Dickens, A Christmas Carol.
Prima pagina, Prima edizione del 1843
Sto parlando di A Christmas Carol, di Charles Dickens, naturalmente, il racconto di Natale più conosciuto al mondo dopo la storia della nascita i Gesù.


Siccome volevo aver qualcosa di cui parlare che c'entrasse col Natale, l'ho preso tra le mani, quasi senza aspettative, e ho iniziato a scorrerlo con sospetto. Proprio così, con sospetto, perché già dai primi paragrafi mi è venuto il dubbio che Dickens non giocasse proprio onestamente. Una voce narrante molto vivida, quasi fosse lei stessa un personaggio, si ritrova a raccontare con una vena quasi comica (tipica ironia dal tono inglese, oserei dire) una storia un po' natalizia e un po' qualcos'altro e ti rassicura fin da subito che parlerà di fantasmi, iniziando col dire: "Guarda che Mr Marley era morto, morto davvero, non ci sono dubbi!". Non è certo questo il modo di introdurre una storia di Natale, no? E tanto meno una di fantasmi.

Eppure, il carol di Dickens questo é: fantasmi con alcune scene davvero inquietanti (il primo apparire del socio morto mi ha fatto sobbalzare, lo ammetto, come anche il vagare di Scrooge per le scale desolate della sua dimora) e altre quasi esilaranti; d'altro lato, scene di Natale calde e vivaci, dai sentimenti positivi e di gioia.
Ed in mezzo, a far da tramite a queste due realtà così bizzarramente accostate, la nostra buona e vecchia voce narrante, pronta a filtrare e dosare la giusta quantità di terrore, poesia e allegria, ma sempre con una certa discrezione. E allora uno esita persino a definirla storia di fantasmi, questa storia.

Il racconto in sé è molto piacevole, molto... natalizio. :D
Per goderne tutta la bellezza in famiglia, siamo andati anche a scovare la versione cinematografica del 2009, opera di animazione splendidamente fedele all'originale. Io vi consiglierei di guardarla perché il regista è riuscito a rendere visivamente tutti gli effetti speciali che Dickens voleva produrre.
Senza contare che nella versione originale Jim Carrey impersona Scrooge e Colin Firth il nipote. Un bell'incentivo, a mio parere.





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