venerdì 18 maggio 2018

Stacchetto numerico

Sbarco a Durazzo, aprile1939

Ecco qui, uno stacchetto allo stesso tempo un po' guerresco e un po' numerico. Parla di soldati, ma anche di numeri e vittime.
Da qualche parte in Inghilterra, 20 giugno 1943 - Sul molo i soldati a migliaia siedono sui fagotti dell'equipaggiamento. E' sera, si accendono le prime luci fioche dell'oscuramento. Gli uomini hanno in testa l'elmetto, che li rende tutti simili, come lunghe file di funghi. Hanno il fucile poggiato sulle ginocchia. Sono senza identità, senza personalità. Sono unità di un esercito. I numeri segnati a gesso sull'elmetto sembrano numeri di matricola di robot.
Questo l'ho preso da C'era una volta una guerra di John Steinbeck, una raccolta di suoi articoli compilati nel 1943, quando girava per i fronti di guerra in qualità di reporter per i giornali americani.

Molte sono le immagini suggestive che lo scrittore riesce a cogliere come in uno scatto fotografico in questi suoi pezzi, ma questa mi sembra estremamente significativa: uomini senza identità, associati dall'appartenenza a un unico essere collettivo - l'esercito - e marchiati da numeri tanto lunghi da sembrare numeri di matricola di robot, quelli fatti in serie.

Altrove ho letto che nei campi di sterminio, verso gli ultimi anni di guerra, i numeri tatuati sul corpo degli ebrei iniziavano con una lettera, A e B. Per non dover allungare quelle cifre a dismisura, ricominciavano da capo, in serie.

Soldati ed ebrei: carne da macello etichettata allo stesso modo.


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