venerdì 20 dicembre 2013

Udolpho tra suorine e follia



Ann Radcliffe, I misteri di Udolpho, 1794.
Opera in quattro volumi.


Piero della Francesca, Santa Monaca, 1455-1460.

Quarto Volume

So far:


Emily ormai è scappata da Udolpho e dalle grinfie di tutti i cattivi italiani. Sfuggita ad un naufragio, approdata proprio dove doveva approdare e pronta ad entrare in un convento, non per farsi suora, ma per restarci fino a quando la sua proprietà, che era poi quella di suo padre, non sarà tornata libera dal suo affittuario, trova nuovi amici non solo nei proprietari del lugubre castello a due passi, ma anche nelle suorine sempre pronte ad accogliere una povera orfanella in difficoltà, soprattutto se il padre era morto e seppellito proprio là e la somiglianza dell'orfanella alla defunta marchesa del castello, quello lugubre e riabitato da poco, stupisce ed incuriosisce non poco.

Tra le suorine, tutte graziose e pettegole, c'è una suor Agnes. Ecco, lei non è proprio graziosa. Piuttosto possiamo dire che è un po' pazza, quello sì . Non che sia un pericolo, ma comunque inquieta e mette tanta curiosità. Nessuno conosce bene la sua storia, ma forse una sua consorella, suor Francis, ne sa qualcosa di più delle altre e, per semplice cordialità, propone di far partecipe anche Emily dei segreti della povera sorella pazza.

George Dunlop Leslie, In a covent garden.
Naturalmente segreti così lugubri possono essere svelati solo di notte, per non turbare altre orecchie nel convento. E così, tanto per cambiare, Emily si ritrova a vagare al buio e ad ascoltare storie raccapriccianti di follia e amore.

La storia la intuiamo e una volta svelata ci diciamo: "Lo sapevo!". In effetti ricorda parecchio la storia di quella Marchesa che abitava, una ventina d'anni prima, nel castello che ora è infestato da presunti fantasmi: lei amava un degno giovane inferiore di rango ma elevato di spirito; viene costretta a sposare un altro, il marchese; soffre molto perché non ama e viene trattata pure maluccio, nonostante lei sopporti e alla fine muore misteriosamente, probabilmente uccisa. Anzi, no, perché suor Agnes non è morta, ma rinchiusa in convento e diventata pazza. O forse prima diventa pazza... devo ammetterlo, non ricordo già più.

In ogni caso, viene spontaneo dirselo: ecco qua, la marchesa non è morta come tutti pensano, ma è diventata una povera pazza arcigna che farnetica di colpe e di redenzioni impossibili.

E invece no. Nel momento di rivelarci nero su bianco come sta la storia, la Radcliffe ritratta. Suor Francis si era sbagliata, aveva riportato una storia falsa. La Marchesa è morta davvero per mano del marito e questa Agnes ha un'altra storia che comunque si intreccia a due o tre giri non solo con la storia della marchesa, ma anche con quella di Emily e persino col castello di Udolpho. Un paio di salti mortali, di sfide alla legge delle probabilità e voilà, il quadrato diventa un cerchio.

A questo punto uno si chiede: ma lo ha fatto a posta ad infilarci una suor Francis con le informazioni sbagliate, era un tranello per indurci nell'errore e aumentare il pathos della scoperta, o ha cambiato idea in corso d'opera e reindirizzato tutta la storia verso la fine, risparmiandoci altri tortuosi sviluppi?

Beh, in fin dei conti poco importa. L'importante è che finalmente siamo arrivati sani e salvi alla fine. Tutto è bene quel che finisce bene.

Dire che a volte la Radcliffe sembra ripetersi e compiacersi in queste ripetizioni è dir poco. Eppure ci sono certi passaggi che tengono col fiato sospeso, che ti fanno perdere il sonno perché devi sapere cosa succederà dopo. Anche la costruzione dell'attesa risulta efficace: fin dalle prime pagine accadono eventi inspiegabili, che rimangono insoluti per capitoli e capitoli. A volte sorge persino il dubbio che la Radcliffe si sia dimenticata di essi e che non avremo mai la spiegazione, ma lei non ci delude mai e nonostante le apparenze, ha una memoria da elefante. Così, magari dobbiamo arrivare all'ultimo capitolo per chiarirci certi accadimenti, ma alla fine i chiarimenti arrivano.

La Radcliffe ha scritto anche un'altra opera ricordata frequentemente nelle liste del romanzo gotico, L'Italiano. Qualcosa mi dice che c'entrano ancora cattivissimi italiani nel romanzo, ma non vi allarmate, per il momento vi (e mi) risparmierò.



E adesso? Da che parte si va?



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