giovedì 16 gennaio 2014

Calvino e Montecristo



È classico ciò che persiste come rumore di fondo anche laddove l'attualità più incompatibile fa da padrona.

Italo Calvino,
Perché leggere i classici

Anche Italo Calvino ha ripreso il Conte di Montecristo e ci ha scritto un racconto.
Lo troviamo nella raccolta di racconti Ti con Zero del 1967. È proprio l'ultimo, messo lì in fondo dopo averci raccontato di "pseudo-primitivi-quasi-extraterrestri" nello spazio e nel tempo, di evoluzioni mitocondriache, di parabolici percorsi labirintici  fisici e mentali e di altre amenità bizzarre che odorano parecchio di anni '70, ma non solo.

Copertina de Saggi di Italo Calvino,
edizione Mondadori

Calvino è difficile. Leggendolo si ha spesso la sensazione di non avere le basi per capirlo. E quando uno tenta di farsele, quelle basi, si rende conto che non se le può permettere, perché per andare a leggere i suoi saggi o sborsa 102  euro (e c'è pure il 15% di sconto!) per l'edizione cartacea di 2771 pagine, oppure cerca di trovare un senso passando per una lingua straniera (inglese) di un'edizione e-book. Ultima possibilità, tuffarsi nel volume spropositato di lavori critici che ha come soggetto la sua poetica e produzione.
Siccome ricca non sono, di spaccarmi la testa su una materia già prevedibilmente complicata in una lingua non mia, per quanto familiare, mi sembra una perdita di tempo e di andarmi a fidare di riassunti trovati sulla rete o di lavoroni accademici che mi rimandano a cose non controllabili non se ne parla, alzo le mani e taccio.

Taccio sul tentativo di ricondurre la storia del Montecristo di Calvino alla poetica poliedrica dell'autore e a tutto quello che c'è dietro. Ma come non parlare del racconto in sé?

Anche Calvino è affascinato principalmente dalla prigionia di Dantès. Ma sebbene parta come il racconto del prigioniero nel castello d'If, la narrazione assume presto varie prospettive, si contorce e ritorce intorno a Dantès-Faria, Dantès-Faria-Napoleone, Dantès-Faria-Napoleone-Dumas, in una complicata costruzione-decostruzione dell'io tra passato e futuro, presente e assente, sospeso tra luogo dell'azione e dell'inazione. Come si risolve questa caotica strutturazione di esseri dall'identità diversa, ma anche simile, che poi è sempre lo stesso?

Mah...

Bisogna leggerlo e dimenticarselo e poi rileggerlo ancora per capirlo. Lo rileggerò, prometto. Intanto l'ho già dimenticato, e quindi sto a buon punto.

Non ci avete capito nulla, vero? Eh, siamo in compagnia allora!
Se invece siete uno di quei secchioni (senza offesa!!!!) che ci hanno capito di più, se volete, potete anche provare ad aprire un varco nell'ermetico. Io ascolto volentieri. : )



2 commenti:

  1. Sono molto curioso di leggerlo. Per ora sono a metà del Conte di Monte-Cristo

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  2. Allora aspetto di sentire il tuo parere sul Montecristo di Calvino. Intanto, prima di Natale, conto di rileggermelo anche io, tanto per vedere che effetto fa a distanza di qualche secolo. :)

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