Eccoci qui. Esaurito almeno per ora l'argomento Montecristo, ho ancora il romanzo gotico da sfruttare. E siccome sembra essere un argomento infinito, prevedo di perderci ancora un po' di stacchetti prima di leggicchiare altrove.
Ma prima di passare a letture vere, un piccolo dilemma mi frena.
Chiacchierando delle mie letture con mio marito, mi ha sorpreso sentirgli dire che lui non saprebbe ben definire il romanzo gotico: quali sono i suoi tratti caratteristici?
Illustrazione de The castle of Otranto, via eng366 |
Ed allora, come sempre, mi sono messa alla ricerca sul web, grande risorsa di articoli copia-incollati che raramente svela l'arcano, ma che comunque qualche input lo dà.
Vi rivelerò che, sui due piedi,
non sono riuscita a trovare nessun elemento sostanziale che caratterizzasse il genere in modo esauriente. Anzi, spesso le definizioni si smentiscono a vicenda.
Qualche esempio.
La datazione del fenomeno letterario, in genere, include il periodo che va dal 1764 (Il castello d'Otranto) fino al 1820, salvo poi slittare a volte fino al 1830 ed altre fino a Dracula (1897) e oltre.
Frankenstein, film del 1931 |
Allora, dopo qualche felice ritrovamento e un po' di scervellamento, forse ho capito. C'è qualcosa che potrebbe essere considerato il comun denominatore dei romanzi gotici. Ma prima di procedere, un paio di note.
Dr Jekill e Mr Hyde, film del 1931 |
Ecco su quale terreno si basano le mie considerazioni. Siate quindi clementi nel giudicare la mia analisi.
E ancora, visto che mi sono subìta un paio di polpettoni proprio per far onore al mio caro Walpole, riprendo di sfuggita Il Castello d'Otranto per parlare della sua ricezione, anticipando che mi sarà utile per calibrare il tiro e raggiungere poi una mia definizione.
Nessun commento:
Posta un commento