domenica 16 febbraio 2014

Inclinazioni del gotico






Adesso che ho esaurito le definizioni, adesso che il mio cervello ha smesso di tormentarsi sui tratti del genere, adesso che i criceti nella mia testa hanno finito di rincorrersi la coda sulla loro ruota dell'orrore, ora posso prendere questo affascinante oggetto che è il romanzo gotico e giocarci un po': capovolgerlo, scuoterlo auscultarlo e vedere cosa ne esce fuori. Lo incliniamo a vari gradi e vediamo un po' cosa succede?

Naturalmente non mi permetto, io, di compiere simili esperimenti anche un po' brutali, ma mi concedo invece la lettura di qualche esempio illustre che ha avuto la fantasia di farlo.

Inclinazioni: la torre di Pisa
La prima a provarci, naturalmente, è stata lei, Anne Radcliffe, ma non abbiate paura, non ricomincio con un altro dei suoi volumi: la lettura di Udolpho ci è bastata.
Andando al sodo, ciò che risulta da questa lieve inclinazione della Radcliffe, ormai lo abbiamo capito bene, è un romanzo molto simile negli intenti a quello dei fantasmi: i fantasmi sembra che ci siano, gli eventi sono quelli dell'orrore, le atmosfere quelle giuste, tutto conduce nella direzione del gotico. Fino a quando - colpo di scena! La Radcliffe ritratta, smentisce e distrugge. Di sovrannaturale non c'è mai stato nulla se non la mole incredibile di eventi poco probabili che capitano a questa povera ragazza.
Strano ma vero, si dimostra questa la formula vincente tanto che presto è lui, Udolpho, a venir percepito come IL romanzo gotico.

La Radcliffe, tutto sommato, si mantiene nei limiti del genere. Il mostro, le atmosfere, il patto col lettore (fino alla fine lascia credere che stiamo in un mondo parallelo in cui esiste davvero il sovrannaturale) sono i punti di forza della sua creazione. Ma ci sono altri scrittori che stravolgono completamente questi presupposti, usandoli solo come punto di partenza o come canovaccio e mettendoci dentro altri elementi che portano il romanzo a trasformarsi in qualcosa d'altro.
A volte, a forza di inclinarlo, esso si è talmente svuotato di ogni sua connotazione da diventare parodia di se stesso. Altre volte la manipolazione non è così drastica, ma allo scopo principale, quello di suscitare il terrore, se ne aggiungono altri che modificano significativamente anche la sostanza.
Infine, c'è l'ultima delle inclinazioni che mi è capitata di incontrare. Questa, però, più che inclinazione sembrerebbe una "livellazione".
Ma, come al solito, non anticipo niente e vi lascio così, ad arrovellarvi su cosa mai vi potrò propinare nei prossimi post.
Buon arrovellamento, allora. :D



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