martedì 14 agosto 2018

Stacchetto sacerdotale



Ma quanti romanzi parlano di preti durante la guerra o nell'immediato dopoguerra?

Graham Greene e A. J. Cronin, con Il potere e la gloria e Le chiavi del regno, li abbiamo appena visti. E qualche tempo fa si parlava di Don Camillo e Peppone, di Giovannino Guareschi, che sebbene il libro sia stato pubblicato verso il 1948, sempre protagonisti del periodo sono.

E poi, se vogliamo proprio girarci intorno, nel 1938 era uscito Vino e pane, di Ignazio Silone, che inizia proprio con un don Benedetto piazzato in attesa dei suoi ragazzi; senza contare che il protagonista militante del partito comunista si traveste da prete per salvarsi dalle persecuzioni politiche.

Nel 1942 c'è Signora Ava, di Francesco Jovine, in cui il protagonista di una vicenda svoltasi alla vigilia dell'Unità d'Italia e della fine del regno borbonico, è un parroco di campagna attorniato da vari personaggi di diversi ceti sociali.
Ma anche l'Alfiere dello stesso anno, dello scrittore Carlo Alianello, (ne abbiamo parlato tempo fa, ricordate?) ha come co-protagonista un monaco francescano. E, guarda caso, anche il romanzo di Alianello si ambienta durante la fine dell'impero borbonico.

In effetti, nel 1942 la figura del prete sembra molto popolare. Anche Diario di un parroco di campagna di Nicola Lisi ha evidentemente al centro della sua storia, scritta in forma di diario, un prete: don Antonio, un anziano parroco in una località del Mugello.

E cosa dire di Lettere agli uomini del Papa Celestino VI di Giovanni Papini, romanzo del 1946 scritto in forma epistolare, in cui il protagonista è il prete per eccellenza, un immaginario pontefice che, rivolgendosi con le sue lettere a tutti gli uomini, dichiara senza esitazione che la rinascita spirituale e sociale dell'umanità non può che venire dal cristianesimo?

E voi, ne conoscete altri di testi che parlano di preti?
La lista è sicuramente lunga. Proviamo ad allungarla ancor di più.




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