giovedì 3 ottobre 2013

Il Nonno, il Padre e il Meticcio



Fotografia a colori, Alexis Gouin

Je suis un des hommes de notre époque auxquels on a contesté le plus de choses.

Io sono uno degli uomini della nostra epoca a cui sono state contestate più cose.

È questo che si legge nella prima pagina delle Mes mémoires di Alexandre Dumas. E forse è vero. Persino il suo stesso nome gli è stato contestato. 
In verità, c’è  da dire che un pochino ci ha messo lo zampino suo Padre. Il suo vero nome sarebbe dovuto essere Alexandre Dumas-Davy de la Pailleterie, ma lo scrittore, come prima di lui, almeno da un certo punto della sua vita in poi, suo Padre, si è sempre e solo firmato col nome della Nonna: Dumas. E allora qualcuno iniziò a chiedersi del perché questa omissione. Che ci fosse del losco dietro? Un figlio illegittimo?

“No, cari miei. Se lo fossi stato, mi sarei rassegnato a nobilitare il mio nome con il mio solo merito, come fanno gli innumerevoli bastardi celebri da che mondo è mondo.” Ci scherza sopra lui. Tuttavia, atto di nascita alla mano, Dumas dimostra di essere proprio il figlio legittimo di Thomas-Alexandre Dumas-Davy de la Pailleterie, generale di divisione, nato a Jérémie, a Santo Domingo (Haiti) e residente a Villers-Cotterets, e di Marie-Louise-Élisabelh Labouret, sua sposa.

A questo punto, non ci possono essere dubbi. Bastardo non è e bisogna ci si rassegni.

Thomas-Alexandre Dumas
“Vabbè, se tu non sei bastardo, - gli fa notare un gentiluomo della magistratura che aveva studiato bene il nostro personaggio in una presunta biografia, - allora non ti firmi col nome Davy de la Pailleterie perché tuo padre non si è mai chiamato così, essendo lui, in realtà, il bastardo.”

A dir la verità, a questo punto anche a me sarebbero girate, figuriamoci al signor Dumas che ne aveva piene le scatole di sentirsi contestare la sua nascita, oltre a mille altre cose. Così, dopo aver apostrofato il suddetto gentiluomo con vari nomi propri e impropri,  produce un atto di matrimonio, quello di suo padre e sua madre, in cui naturalmente compaiono le parentele degli sposi e in cui si legge:

“Si annuncia ... il futuro matrimonio tra il cittadino Thomas-Alexandre Davy de la Pailleterie, dell’età di 30 anni e otto mesi, colonnello degli ussari del Mezzogiorno, nato in Guinodée, a Trou-Jérémie, in America, figlio del fu Alexandre-Antoine Davy de la Pailleterie, ex commissario d’artiglieria, morto a Saint-Germain en Laye nel giugno 1786, e della fu Marie-Cessette Dumas, deceduta in Guinodée, presso Trou-Jérémie, in America, nel 1772.”

Di Mme Marie-Cessette Dumas non si sa un granché.
È opinione comune pensare alla Nonna come una schiava concubina del marchese Davy de la Pailleterie, di non precisate origini, nera e forse deceduta, forse no, nel 1772.

Questo dettaglio, per quanto banale possa sembrare al giorno d’oggi, non era proprio una sfumatura di carattere all’epoca del Padre di Dumas e di Dumas stesso. Il fatto di essere di razza mista non precluse la carriera militare del Padre. Era comunque figlio di un marchese francese e il fatto di essere schiavo a sua volta poiché figlio di schiava, non voleva dire nulla nella Francia continentale: la Francia europea non ammetteva il titolo di schiavoMa di sicuro le sue origini furono anche la causa di qualche incidente. Come quella volta che, scambiato per lacchè di una dama che aveva accompagnato a teatro, si sentì costretto a defenestrare il moschettiere che aveva avuto l’audacia di scambiarlo per tale. Per fortuna, o forse per sfortuna, il moschettiere cadde sulla folla sottostante senza farsi troppo male, causando però dei feriti a sua volta.

Honoré de Balzac
Anche nella vita di Dumas il fatto di avere nelle vene sangue nero fu fonte di qualche amarezza. Spesso scrittori “avversari”, invidiosi del suo successo, lo apostrofavano con termini offensivi che rimandavano alle sue origini miste. Uno tra i tanti: Honoré de Balzac che, vedendosi sostituire il suo romanzo seriale Paysans da quello più fortunato de La Reine Margot, esprime pubblicamente il suo disprezzo usando l’epiteto “nègre”

Ma è anche il caso di Mirecourt, un giornalista e scrittore romantico, che scrisse un pamphlet contro Dumas  (Fabrique de Romans, Maison Alexandre Dumas et compagnie, 1845). Devo ancora ricercare il pamphlet, ma da quello che riporta Eric Martone nell'introduzione al lavoro The black Musketeer: Reevaluating Alexandre Dumas withing the Francofone World, Mirecourt attaccava la reputazione di Dumas giocando sul doppio significato della parola nègre che nel francese dell’epoca significava uomo di colore e ghostwriter (su questo aspetto della produzione di Dumas parleremo più avanti).            
Insomma, un esempio di condotta politically correct.

Per non parlare delle caricature di Cham e Nadar!



Certo, Dumas non è che incassasse il colpo in silenzio. C’è un aneddoto famoso che si trova in più versioni. In una si parla di una serata a cena e di un signore che chiede a Dumas cosa ne pensasse della situazione dei neri, visto che nel suo sangue scorreva sangue misto. Nell'altra si fa riferimento ad una serata a teatro e a un gruppo di giovani che, notando Dumas nel foyer, fa apprezzamenti a voce alta sull'origine nera dello scrittore. E lui, con il suo perfetto spirito tanto intonato al carattere di selvaggio che molti gli appioppano, risponde: 
Mio padre era un mulatto, mio nonno un negro e mio bisnonno una scimmia. Vede, Signore, la mia famiglia inizia dove la sua finisce.


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