venerdì 11 ottobre 2013

Il piedino in giardino


Come accennavo nel post precedente, Peuchet raramente si attiene al solo riportare i documenti in suo possesso. In una di queste rare volte, la storia che ne esce fuori è così raccapricciante da giustificare in parte questa sorta di distacco che l'autore prende dalla storia.

Ok, diciamo pure che non ha voluto metterci del suo perché i protagonisti non solo erano di alto rango, ma erano ancora in vita all'epoca in cui scriveva. Meglio non compromettersi troppo. Allora il buon archivista cancella dai documenti i nomi, alludendo alla famiglia di un generico Marchese de C. in rue D. e riporta testualmente tre documenti:

1) La denuncia
- Nella casa del Marchese de C., in rue D., sono le 9 del mattino e i domestici riuniti nella loro camera comune vedono arrivare uno dei cagnolini con una massa informe e sanguinolenta tra i denti. Con orrore si accorgono trattarsi di un piedino di neonato. Cercando nel giardino, poi, ritrovano il resto del corpicino smembrato e gettato nel cumulo del terriccio per la serra.
- Dopo quattro giorni, un altro triste fatto tocca la famiglia: il nipote del giardiniere, cresciuto nella proprietà e trattato come uno di famiglia, nel tentativo di raddrizzare la freccia del parafulmine in cima al tetto, cade di sotto nonostante i tentativi di salvarlo dei due cugini della casa saliti sul tetto per aiutarlo. Il ragazzo muore.
- La domenica seguente, dopo la Messa, la seconda figlia del Marchese chiede di far visita alla superiora del convento e da lì non vuole più uscire.
- Ultimo fatto: lo stesso giorno, la cameriera personale della figlia del Marchese, a cui era stata data una ricca dote, si fidanza con il fratello del defunto e tutti e tre, insieme al vecchio giardiniere-nonno, partono per il paese natale del novello sposo a tempo indeterminato. 
In verità, la nota non denuncia, ma esorta ad indagare su delle coincidenze che in effetti puzzano un po'.

2) L'inchiesta:

Non si procederà ad ulteriori indagini perché:

- Il cadavere del neonato non è stato rinvenuto nel giardino. Il resto del corpicino proveniva dal cadavere di un neonato nato morto che un medico del vicinato aveva disseccato e la cui profanazione sacrilega fu causata unicamente dalla stupidità della sua domestica.
Villefort scava in giardino.
- Il ragazzo caduto dal tetto è stato vittima della sua imprudenza; anzi, ha messo a rischio non solo la sua vita, ma anche quella dei due bravi ragazzi che hanno tentato di trattenerlo (ben gli sta! - Ndr).
- La figlia del Marchese, colpita dall'incidente del giovane e ragionando sui massimi sistemi della vita, affrettò semplicemente una risoluzione che aveva già intenzione di adottare: quella di entrare in convento.
- La figlia del Marchese, prima di abbandonare la vita mondana, ha pensato alla sua domestica personale e al fratello del povero ragazzo defunto, lasciando loro una bella dote.
E tutti vissero felici e contenti.
3) Il rapporto:

(Testimonianza presa dal tappezziere della famiglia, parente del ragazzo morto)
- Il bambino a cui apparteneva il piedino era nato dalla relazione del nipote del giardiniere con la figlia del marchese, donna di natura isterica e già accusata in precedenza di aver avuto un intrigo con un seminarista precettore dei suoi fratelli e cugini.
Indovinate come si vedevano? Non solo le infinite passeggiate nel giardino della dama e le lunghe ore che dedicava al giardinaggio, sua passione nascente, alimentarono la nascente passione, ma anche la scala di servizio che dal giardino saliva direttamente alla mansarda dove il giovane dormiva (ricorda un pochino la scala di servizio di cui si serviva Villefort per far visita alla futura Mme Danglar nella villa di Auteil).
Quindi, la figlia del marchese, rimasta incinta e con la complicità della sua domestica, al settimo mese aveva provocato un aborto. Il corpicino, era stato estratto in parti (perdonate l'esposizione nuda e cruda del fatto) e gettato tra il terriccio della serra in modo provvisorio. Il cane impertinente ha fatto il resto.
- Scoperto il misfatto, i parenti della giovane donna, tra cui un cugino perdutamente innamorato della perfida donna,  si sbarazzano del giovane e lo gettano dal terrazzo più alto/tetto/o quello che era.
- La peccatrice viene costretta al convento.
- La famiglia del povero assassinato chiede conto al marchese del sangue del parente morto e riceve la domestica testimone di tutto il brutto affare accompagnata da una bella dote e da una fattoria situata il più lontano possibile da lì.
Beh, a dir la verità, Peuchet non si sbilancia, ma non sembra nemmeno troppo vacillare nel dubbio, soprattutto quando sussurra che il tappezziere non aveva invidie per cui diffamare la famiglia del marchese.

Ed ecco come poi chiude il suo resoconto:
Quanto a me, poiché non voglio aumentare lo scandalo, ho preso tali precauzioni per cui, pur denunciando le linee generali della storia, non ho fatto altro che tutt'al più preparare un canovaccio da dramma per i nostri moderni Lachaussée.*
 E con questa ripresa quasi pirandelliana, vi saluto anche per oggi.

* Pierre-Claude Nivelle de La Chaussée: drammaturgo francese del 1700 creatore del genere della comédie larmoyante, una sorta di drammone che si conclude positivamente tra lacrime e riconciliazioni.

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