martedì 29 ottobre 2013

Lord Ruthven e l'amante




Prima di tutto, inizio con le presentazioni:


Lady Caroline Lamb, ritratto di Sir Thomas Lawrence

Lady Caroline Lamb, nobildonna dall'intelligenza vivace e dal caratterino a tratti impulsivo o isterico, che dir si voglia; diagnosticata pazza, oltre che facente uso di oppiacei. Amante di Lord Byron nel 1812 per pochi mesi, ossessionata da lui e sua persecutrice.
Scrittrice a tempo perso.

Questa è l'idea che, più o meno, ci si fa leggendo le varie biografie che di lei sono state proposte, eccezion fatta forse per quella di Paul Douglas, Lady Caroline Lamb: a biography, 2004. Beh, non di certo un ritratto lusinghiero, tanto più che la sua produzione viene presto liquidata come frutto della sua ossessione amorosa per Byron.

Ed eccolo ancora, questo Lord Byron, ripresentarsi come personaggio portante in questo dedalo gotico.

Probabilmente ricorderete che nel 1816 il nostro poeta parte per il suo esilio auto-imposto nel tentativo di evitare il disprezzo pubblico. Negli anni precedenti non solo si attirò addosso la fortuna grazie ai suoi versi, ma anche e soprattutto scandali su scandali, fomentati tra l'altro dalla relazione con Lady Caroline che non faceva segreto della loro storia, nonostante fosse felicemente sposata. Ebbene, proprio nello stesso anno 1816, un mese appena dopo la sua partenza, esce il romanzo Glenarvon, firmato Lady Caroline Lamb.

In Glenarvon ci troviamo un po' di tutto: il crudele amante possessivo e ingannatore, losco figuro con altarini segreti, il delitto primitivo che dà un tono orrorifico al tutto, il seduttore impenitente, le povere vittime che muoiono per amore, il motivo risorgimentale in una Irlanda dalle fosche tinte, i manieri lugubri e le apparizioni di pazzi, spiriti e fantasmi, ingredienti insaporiti di tanto in tanto da una manciata di battute moraleggianti e di condanne non troppo velate all'incapacità della classe dominante di fare il bene del paese, immersa com'è nel futile e nel dolce far nulla.

Insomma, senza cantarla troppo, uno dei tanti polpettoni gotici, direte voi.
Forse, se non fosse che Lady Caroline Lamb, quando racconta la storia portante del romanzo, ovvero la vicenda di seduzione dell'eroina, non fa altro che raccontare di sé e della tresca amorosa con Lord Byron. E arriva ad una tale onestà nell'esposizione da includere nel romanzo persino lettere e stralci della loro corrispondenza privata.

Lady Caroline Lamb
Spudoratamente pubblicizzata fin dall'inizio, la storia d'amore con Byron a questo punto diviene non solo ancor più di ampio dominio, ma viene persino trasmessa ai posteri. Inutile dire che la figura del Lord ne esce piuttosto malconcia: naturalmente è lui il seduttore spietato, l'insurrezionalista traditore della causa appena l'occasione lo domanda, l'involatore di vergini morigerate e distruttore della serenità di intere "rispettabili" famiglie. Che poi anche dietro a queste famiglie, fin troppo simili a quelle del suo ambiente, ci siano altarini degni di romanzi scabrosi, passa in secondo piano, anche se i suoi cari non la pensarono proprio così e la fecero dichiarare pazza.

Ok, diciamo che il personaggio cattivo che Lady Lamb crea non è un genio del male assoluto. Sembra più un essere tormentato, che ama intensamente e altrettanto velocemente dimentica la sua passione appena l'occasione gli offre una nuova vittima. Ma lo fa senza malizia, senza preterintenzionalità, e sempre dolorosamente consapevole dei suoi delitti. È semplicemente la sua natura.  Nonostante questo, ciò non fa di lui un essere meno crudele agli occhi della società inglese che subito riconosce l'ombra di Byron.

A questo punto ci resta solo da svelare il nome del personaggio romanzato ispirato dalla figura di Lord Byron. Non credo che qualcuno si stupirà nel sentirlo chiamare Lord Ruthven, lo stesso nome e carattere ripreso da Polidori per il suo vampiro.

Che Polidori fosse a conoscenza della storia tra Lady Caroline Lamb e Lord Byron, ma anche del romanzo Glenarvon, era sicuramente probabile. Anche perché a ben leggere il suo racconto c'è un piccolo riferimento allo stuolo di donne sedotte che ricorda tanto il caso di Lady Caroline:
Infine, tutte quelle donne che lui aveva cercato, apparentemente ad onore della loro virtù, da quando lui è partito hanno gettato la maschera e non hanno avuto scrupoli nell'esporre l'intera deformità dei loro vizi allo sguardo pubblico.
A questo punto, in effetti, mancava solo che mettesse tra parentesi il nome di Caroline Lamb: sedotta, abbandonata e vendicata attraverso il suo stesso romanzo che senza pudore espone lei e il suo seduttore allo sguardo pubblico.

Ma, tornando al punto, la mia domanda è questa: possiamo, quindi, supporre che Polidori, quando ritrae il suo vampiro, prenda ad esempio lo stesso Lord Ruthven di cui Lady Caroline Lamb racconta nel suo Glenarvon? Possiamo supporre che questo Lord Ruthven sia dipinto a sua volta, in entrambi i casi, sulla figura dello spietato Lord Byron, seduttore e ingannatore?
A me sembra più che probabile.

Infine, possiamo allora dire che il nostro Conte di Montecristo, associato dal suo autore stesso a Lord Ruthven, debba essere in qualche pur lontano modo ricondotto a Lord Byron?


Lord Byron, ritratto ad olio in costume Albanese, Thomas Phillips (1814)

No, probabilmente no. Ma è stato divertente esplorare tutte le possibilità nate da una banale associazione di nomi e inesattezze.







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