lunedì 11 novembre 2013

Stacchetto grottesco



Oggi non abbiamo più il gusto delle passeggiate in giardini decorati da grotte, ma fino al secolo scorso (leggi Ottocento) le grotte erano un must nei giardini eleganti di tutta Europa.

Già i romani le adoravano e le seminavano un po' ovunque.Ma loro avevano la scusa di porci le divinità e di usarle come luoghi di rito. Naturali o artificiali, tutto andava bene.





L'uso di costruire grotte in giardino si andò poi perdendo nei secoli del Medioevo, ma come non riscoprirle durante il rinascimento? E, siccome le grotte umide e zozze erano poco auliche, riprendendo rari esempi classici, si pensò di decorarle con pietre e minerali luccicanti, mosaici, ingegnosi giochi d'acqua e chi più ne ha più ne metta.
Un esempio illustre lo dona la Grotta del Buontalenti, nel giardino di Boboli a Firenze, quella nel video. 



Ma la tradizione della grotta non si spense affatto nei secoli successivi. Al contrario, contagiò un po' tutta Europa. Arrivò persino in Inghilterra, nel 1700. Ma qui, giustamente, si pensò che l'effetto migliore non era dato dagli elementi decorativi sfarzosi, ma dalla brutale naturalità calcolata degli antri grotteschi. Così i giardini anglosassoni si riempiono di caverne, suggestive nella loro cruda simiglianza alle naturali grotte.

Grotte e rovine nel Giardino Inglese del Castello di Chantilly

Il gusto per le grotte rimarrà in auge per tutto l'800 e solo nel '900 si perderà un pochino l'abitudine di passeggiare tra caverne e grotte artificialmente eleganti.











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