giovedì 8 maggio 2014

Poe e Dumas: detective per caso



A volte capita di incontrare delle persone, magari anche note, di cui si conosce tutta la storia personale, o almeno si crede di conoscerla. Fino a quando non saltano fuori dei buchi che sfuggono al racconto della storia ufficiale.
Per quanto si cerchi tra documenti e testimonianze, la ricostruzione in quei casi rimane semplicemente una credibile verità tra le varie possibilità.

Ecco, nella vita di Edgar Allan Poe compare una parentesi di qualche anno, uno di questi insoliti misteri insoluti, su cui nulla si sa e molto si fantastica.

Trovato su Pinterest
Tra il 1827 e il 1832 Edgar Allan Poe scompare. Le ipotesi sono vaghe, con poche prove a sostegno. Qualcuno lo vede partito per l'Europa, e più esattamente in Russia, viste le sue “lettere spedite da San Pietroburgo”; altri lo vogliono in Grecia a combattere per la liberazione dai turchi. 
Sta di fatto che potrebbe anche aver soggiornato a Parigi, in quel periodo. E potrebbe anche aver incontrato il nostro Dumas Padre. 

Detto tra parentesi, è affascinante il modo in cui i protagonisti di questo blog continuino ad incontrarsi nelle situazioni più strampalate, vero? Pensate a Byron che finisce nel romanzo steampunk di Tim Powers The Anubis Gates, ad esempio. E Poe che finisce per essere ospitato da Dumas, 1832, anno più, anno meno.

No, non sto inventando, anche se non ci metterei la mano sul fuoco nel sostenere l'esattezza di una simile ipotesi.
Diciamo che ci sono un paio di prove indiziarie che farebbero pensare ad una frequentazione dei due.

Ok, facciamo un po' d'ordine.

Qualche tempo fa è stato ritrovato e ristampato un racconto di Dumas, comparso tra il dicembre del 1860 e il gennaio del 1861 su uno dei giornali che lo scrittore dirigeva, L'Indipendente. Il racconto si chiama L'assassinio di rue Saint-Roch. Apparentemente nulla di strano, se non fosse che il racconto ricalca quasi fedelmente la storia de I delitti della rue Morgue di Poe.
“L’assassinio di rue Saint-Roch”,
 Alexandre Dumas.

Un plagio?
Forse, conoscendo Dumas. O forse no. Dumas stesso ci informa nelle prime pagine del racconto che un certo Edgar Poe era stato suo ospite a Parigi nel 1832. Per una serie di amicizie comuni e appartenenze a società massoniche dallo scopo sovversivo, i due si ritrovarono in contatto e Dumas ospitò il giovane Poe in un paio di camere nella sua casa parigina in Rue de l’Ouest. Proprio in quel periodo, sfogliando le pagine della Gazzette des Tribunaux, i due capitarono su un articolo riguardante l'omicidio efferato di due donne e, affascinati dall'apparente insolubilità del caso, si dilettarono a risolverlo.

Affascinante, davvero affascinante ipotesi.

Anche perchè questa sua presenza a Parigi, e per di più seduto alla stessa scrivania di Dumas, potrebbe avvalorare ipotesi strampalate quali:
  • Possibile che Poe abbia davvero tratto ispirazione per il suo Ritratto Ovale dalla Monna Lisa e dal suo sguardo enigmatico (accennavo un vago pensiero qui)? Trovandosi a Parigi, vuoi che non abbia fatto una capatina al Louvre e ammirato la dama dal sorriso suadente?
  • Che abbia davvero dato un'occhiata alle care memorie di Peuchet da cui Dumas ha ripreso la storia del Conte di Montecristo, per poi fantasticare sul murare vivi amici e nemici come accade nel Barile di Ammontillado? (Anche questa ipotesi fantascientifica mi era balenata nel cervello tempo fa, qui).

Chi lo sa?

In ogni caso, per saperne di più sulla relazione tra Dumas e Poe e delle loro storie, leggetevi l'articolo di Luca Crovi Quando Dumas incontrò Poe.

Per il resto, leggetevi anche l'incontro dei due protagonisti ne I delitti della rue Morgue (ve lo dicevo, nello scorso post, di fare attenzione a quei pochi paragrafi che seguono l'introduzione, vero? Non ci vedete il bonario Dumas dall'ego irrefrenabile che parla dei suoi natali in disgrazia?), aggiungetevi un po' di fantasia e tutto funzionerà a dovere.
Io, da parte mia, ho già trovato la risposta al mistero. ; )



6 commenti:

  1. Interessante, non sapevo di questo buco nella vita di Poe. Controllerò in qualche biografia che ho. E vedo di rimediare quel libro di Dumas :)

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  2. Caspita, il primo commento!!!
    Che si fa in questi casi? Una cosa tipo "ti give-o un e-book away"?
    No, no, non ti spaventare! Anche perché non ho e-book nel taschino da smerciare. :D
    In ogni caso, Daniele, se lo trovi davvero e lo leggi, poi ci devi fare il resoconto delle similitudini e, soprattutto, devi dirci che impressione ti ha fatto. In un commento letto da qualche parte, un lettore diceva che non si sarebbe meravigliato se tutta la questione fosse una specie di scherzetto di Ugo Cundari, il curatore (aggiungeva un "conoscendolo"che mi ha un po' spiazzato). Beh, in effetti, trovare il manoscritto del racconto sconosciuto in una biblioteca... Ma questo non lo dovrei dire, anche perché io, in linea di principio, dovrei sostenere la teoria di questo Cundari. : D

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    1. Cioè, nessuno ha commentato ancora prima di me?

      Tempo fa ho comprato Il corsaro di Poe, anche quel romanzo fu presentato come un'opera trovata per caso, non ricordo più da chi. Ma non era vero, tanto che nelle fonti americane di quel romanzo non c'è traccia.

      Ora vedrò di trovare qualche info online su questo romanzo, ma se scopro che è un falso, non lo compro :)

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    2. : D Sei il primo a dare una voce, ma va bane così. Anche perché qui siamo davvero quattro gatti. Ma so che qualche assiduo c'è e questo mi basta. ; )

      Magari è lo stesso Cundari! O forse vedo troppe corrispondenze segrete intorno a me, oggi.

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    3. Ne parlo domenica prossima e cito anche questo post ;)

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    4. Outch! Pubblicità spudorata mi fai! :D
      E a questo punto mi tocca metterti tra i blog che seguo. Poco male. ; )

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