giovedì 21 agosto 2014

La Primula rossa: supereroe senza super poteri


The scarlet pimpernel fece la sua prima comparsa come opera teatrale nel 1903 al Theatre Royal di Nottingham, ma all'epoca non ebbe successo. Dopo aver subìto una rielaborazione e un cambio di finale, la Baronessa ci riprovò. Questa volta fu riproposto nel 1905 a Londra, al New Theatre, e qui, finalmente, ebbe l'apprezzamento che poi lo rese immortale.

Perché tanto successo?

Molti vi diranno che affascina per il prototipo dell'eroe mascherato alla Zorro e alla Batman. Ed è vero, in parte. La Primula rossa fu il primo di tutta una serie di eroi moderni con caratteristiche ben marcate: sono mascherati, lottano contro i sopprusi, hanno una doppia identità spesso antitetica. A loro modo, sono dei supereroi senza super poteri. E forse per questo risultano ancor più accattivanti.

Lord Blakeney risponde quasi fedelmente a questo ritratto. Quasi, perché è vero, lui fu il primo paladino misterioso, ma non mascherato. Si traveste in mille guise, ma non ha un costume caratteristico: niente mantelli o maschere sul volto.
Sono altri gli eroi della Baronessa che indossano la maschera: Leatherface e Beau Brocade, ad esempio, che seguono di qualche anno l'apparizione della Primula rossa. Loro sono i primi paladini della letteratura moderna a celare la loro identità grazie ad un camuffamento che diventa marca distintiva del personaggio.

La Primula rossa difende i deboli in pericolo. Che poi questi deboli corrispondano per lo più ai rappresentanti della nobiltà francese a cui il popolo abbrutito vuole staccare la testa, non diminuisce la bellezza dell'atto eroico del protagonista. Certo, fanno meno simpatia dei poveri che muoiono di fame, loro, con i loro vezzi e i loro pregiudizi di classe. Ma sempre deboli sono, e questo rende onore alla Primula e ai suoi seguaci.
Ancora una volta, sono gli altri protagonisti mascherati della Baronessa che difendono i deboli e i poveri tradizionalmente intesi. In particolare, Beau Brocade, la rivisitazione del Robin Hood di Dumas, si assume, tra gli altri, il compito di proteggere le vedove e gli orfani dall'avarizia del nobile di turno.

Un'altra cosa che affascina della Primula è il contrasto perfetto tra le due facce dello stesso uomo: il nobile dandy di grandi fortune che fa ridere tutta la corte inglese e dispensa lezioni di buon gusto, flemmatico e pigro, considerato addirittura sciocco e tonto, fa da perfetto contrappunto all'eroe dalla mente sveglia e ingegnosa.
Di tanto in tanto, l'uomo d'azione fa delle brevi incursioni nella vita del dandy. Indovinate, voi, in quali frangenti? Ma certo, quando proprio non riesce a tenere repressa la sua passione per la bella moglie che, naturalmente, viene tenuta a distanza per vari motivi. Ed ecco qua che si inserisce la solita storia d'amore. Solita per modo di dire, perché anche la relazione tra Lord Blakeney e la sua consorte è particolare. All'inizio c'è un matrimonio felice: lui mosso da una profonda passione, lei da una fascinazione per l'ardore con cui si era sentita adorare che, sebbene non proprio amore, aveva una sua giustificazione. Poi i soliti malintesi che guastano la serena unione. Nel corso dell'avventura, la bella Lady Blakeney ne combinerà di belle, mettendo a rischio la vita di gran quantità di gente, fino, poi, a maturare e a trasformare quel suo amore superficiale in un vero e profondo sentimento. Ok, il fatto che il suo amante si rivelasse un supereroe aiuta, o no? In ogni caso, vedete come il personaggio acquista tridimensionalità? Grazie a queste convincenti sottigliezze psicologiche.

   
Ed. del 1908. Imm. ripresa da Wiki.
Ma adesso sto divagando. Torniamo un attimo a Lord Blakeney. Se accostato agli altri eroi della Baronessa, ci si rende conto che tutti loro sono caratterizzati da tratti comuni. Uno di questi è il profilo "dandy". Molle, raffinato, detentore di buon gusto, è questa una delle qualità che lo elevano rispetto alla massa, insieme al coraggio senza frontiere e l'abilità nel combattimento. In Blakeney, è spesso rimarcato: lui detta legge sul gusto della società inglese e l'elogio al cravattino è l'apice della sua perfetta dialettica estetica. Negli altri eroi della Baronessa, l'elevazione del gusto e lo spirito esteta nobilita quasi più che non l'appartenenza del sangue alla casta. Così, Beau Brocade viene soprannominato in questo modo a causa dei suoi preziosi abiti e del suo stile, sempre impeccabile, che cozza non poco con il suo modo di vivere: sua dimora è la brughiera, il suo letto il manto erboso, il suo tetto sono le stelle e il suo mestiere è quello del brigante ricercato. Che cosa ci azzecca un soprabito di broccato con ricami di alto pregio, il cravattino sempre piegato e stirato e il suo vezzo di ammirare i merletti della camicia? Nulla, ma è segno dei gusti nobili che si contrappone all'incapacità di apprezzare il bello della massa comune.
Anche Lord Eglinton, il personaggio di The Petticoat government, è un Beau nel suo ambiente.

Ma, allora, in visione di tutta questa chiacchierata, è giusto dare il titolo di primo supereroe mascherato alla sola Primula rossa?
Mhhh... Forse sarebbe più corretto dire che a fare da modello al supereroe senza super poteri, tanto popolare al giorno d'oggi, è stato non solo lui, ma l'eroe tipo della Baronessa Orczy, quello che si ripete, anche se trasformandosi di volta in volta, in molti dei suoi romanzi.

Prima di passare allo stacchetto, aggiungo solo una nota riguardo al sequel infinito della Primula. I romanzi che parlano direttamente o indirettamente si lui sono almeno una ventina, scritti in un lunghissimo arco di tempo e senza rispettare una sequenza temporale. Di questi, io ho letto solo I will repay (1906) e devo dire che sono rimasta davvero delusa. Quindi, se per caso vi siete letti La primula rossa e ora vi state quasi convincendo a spulciarne un altro della stessa serie, io vi ho avvertito, non garantisco.
;)

Nessun commento:

Posta un commento