lunedì 22 settembre 2014

Che razza di giallo sei?



No, non lo sto chiedendo direttamente a voi, niente panico.
Questo è l'ipotetico titolo di un gioco quanto meno inutile che vuole fare un po' di ordine nelle mie letture poliziesche.

Le regole del gioco sono semplici. Prima di tutto si elencano tutti i romanzi gialli letti fino ad ora. Almeno da quando abbiamo aperto il blog. E se non avete un blog, beh... facciamo finta di niente e prendiamo i gialli che vi ricordate meglio o che vi sono rimasti nel cuore, se volete.

Per quel che mi riguarda, ho steso una lista, tanto per rinfrescarci la memoria:

Eccola qui:

Chissà perché, pensavo fosse più lunga. Ma anche così possono bastare.

Di questi:

- almeno due sono cozy crime fiction (I misteri della via Morgue, Il vecchio nell'angolo).
- tre li definirei hard-boiled crime fiction (Il canto delle sirene, The Wire in the Blood, Red Dragon).
- uno (La verità sul caso Harry Quebert) lo definirei crime fiction con forte presenza di elementi del giallo giudiziario tradizionale (c'è un colpevole che in verità è innocente e l'indagatore deve svelare il vero assassino per scagionare il sospettato).
- l'ultimo, Il libro di legno, ho talmente tante riserve ad infilarlo in uno qualsiasi dei sottogeneri citati che mi sono arresa e l'ho lasciato incatalogato.

Tra i cozy, I misteri della via Morgue sono misteri della stanza chiusa a chiave (le uscite sono chiuse dall'interno: il crimine sembra inspiegabile). Gli altri sono tipici whodunit (classico svolgimento: crimine-indagine-risoluzione).

Tra gli hard-boiled, The Wire in the Blood è un howcatchem (sappiamo già dall'inizio chi è il colpevole), mentre Il canto delle sirene e anche Red Dragon oscillano tra whodunit e caper story (punto di vista del colpevole), mettendoci anche un po' di spirito noir.

Ancora una volta, il Il libro di legno rimane non ben classificato visto che c'è, in effetti, un motivo d'indagine all'inizio (una donna altolocata di una Palermo in cui si sente forte lo stridio tra le apparenze e la sostanza chiede al protagonista di ritrovare dei libri del suo defunto padre), ma il delitto vero viene commesso solo a metà del libro, mentre altri crimini compiuti in epoche precedenti vengono a galla in corso d'opera. Sembrerebbe una struttura in parte simile a quella di Chandler The big sleep (vi ricordate? Quello di cui non ho letto nemmeno la metà, antesignano del genere hard-boiled: anche lì il detective viene assunto per far luce su un crimine minore e solo dopo arriva l'assassinio) se non fosse che la sensibilità, le atmosfere familiari e le elugubrazioni della scrittura vi si discostano totalmente e lo rendono più... cozy (ma anche qui, le periferie, i personaggi, la mafia e la corruzione richiamano lo scenario caro all'hard-boiled). Insomma, un bel miscuglio che riesce solo in parte, come abbiamo visto a suo tempo. E non so se dare la colpa al tentativo in sé o al modo in cui è stato sviluppato.

Procedendo oltre, di tutti questi nostri gialli, il protagonista dell'indagine non è quasi mai un poliziotto vero.

In I misteri della via Morgue, come anche ne Il mistero di Marie Rogêt di Poe, il detective è un curioso gentiluomo caduto in rovina, ma non per questo in disperazione, che passa le giornate dormendo e le notti speculando su casi della vita e casi criminosi, adottando il metodo deduttivo indifferentemente per gli uni e per gli altri. Ne Il vecchio nell'angolo abbiamo un vecchietto un po' burbero che ama bere il suo latte in una pasticceria alla moda di Londra. Ne La verità sul caso Harry Quebert l'indagine è portata avanti da uno scrittore. Il libro di legno vede come protagonista un radiotecnico che a tempo perso fa il detective privato.
Ne Il canto delle sirene, come anche ne The Wire in the Blood, il detective è un profiler affiancato da un poliziotto e, infine, in Red Dragon è un ex poliziotto che per campare costruisce e ripara motori di barche, almeno fino a quando non gli viene chiesto di rientrare nel corpo e aiutare con le indagini.

Ecco, questo è quanto. Riordinate così, le mie letture gialle sembrano acquisire un senso maggiore, non vi pare?

O, almeno, una cosa sembrano gridarla a squarciagola: a risolvere il crimine è raramente il poliziotto vero e proprio. E allora perché li chiamano polizieschi? La maggior parte dei romanzi che mi sono letta sembrano addirittura asserire che i poliziotti raramente riescono a capirci qualcosa. Ma sorvoliamo su questo dettaglio che, già lo so, mi porterebbe a intraprendere letture infinite di antichi polizieschi dall'incerto valore letterario.


E per la cronaca: sì, ho letto Sherlock Holmes. Ma non l'ho inserito nella lista e non ne parlerò adesso. Aspettatevelo, prima o poi, ma non subito. : )

  
 

2 commenti:

  1. Vatti a ricordare tutti i gialli letti :)

    Ho letto 2 romanzi di Agatha Christie. Tutto Sherlock Holmes (ho anche iniziato una rilettura). I 3 racconti di Poe che menzioni (a proposito, sai che è uscito The beautiful cigar girl di Daniel Stashower? Parla proprio del racconto Il mistero di Marie Rogêt).

    Poi aggiungi parecchi romanzi su Montalbano di Camilleri. E alcuni thriller e storie di spionaggio.

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  2. Grazie per la dritta su Stashower. Ne prendo nota. :)

    Montalbano... avevo in mente di dirigere le mie letture da quella parte, prima o poi.

    In questo periodo mi sento come Pirandello con i suoi personaggi: ho un manipolo di romanzi che sgomita per essere letto e fatico a tenerli a bada. Un problemone, per me, perché non mi piace leggere tanti libri contemporaneamente. Mettiamoci anche il fattore tempo...

    Ma vedremo cosa riesco a fare.

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