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Les Mohicans de Paris |
In verità, il testo teatrale era un adattamento per il palcoscenico di un romanzo precedente, apparso in forma di feuilletton dal 1854 al 1859 su una rivista fondata dallo stesso Dumas.
In effetti, lo scrittore si divertiva spesso a fondare riviste di più o meno lunga vita. Di alcune di esse fu l'unico redattore e collaboratore. L'Indipendente di cui parlavamo anni fa, ad esempio, aveva nel suo organico un traduttore in lingua italiana e pochi scelti collaboratori. Per lo più era Dumas stesso che vi scriveva.
Il feuilletton originale dei Moicani di Parigi racconta di eventi del periodo della Seconda Restaurazione francese e della Monarchia di Luglio, ossia degli anni tra il 1827 e il 1830 in cui Carlo X governa con un piglio piuttosto autoritario al fine di soffocare le spinte repubblicane che naturalmente vogliono una monarchia sottomessa. Secondo Wikipedia, per questa opera Dumas avrebbe attinto alle suggestioni de I misteri di Parigi, di Eugène Sue e a L'ultimo dei moicani, ben più famoso, di Fenimore Cooper, oltre che alle sue stesse esperienze biografiche come capo della folla in rivolta negli eventi del 1830. Ma forse bisognerebbe ridimensionare la portata della missione rivoluzionaria di Dumas, visto che è vero che partecipò, se non addirittura comandò, la presa delle polveriere di Villers-Cotterêts, sua città natale, ma è anche vero che quando tentò di convincere il popolo ad andare a Parigi a dar manforte al fiore dei moti rivoluzionari, il suo piccolo esercito gli voltò le spalle e se ne tornò a casa quieto quieto.
Tornando al romanzo, la trama, in poche parole, è questa: l'eroe Salvator è un principe privato del suo titolo e della sua ricchezza da alcuni parenti disonesti. Per sopravvivere si è trovato un lavoro come corriere, frequenta il popolo di Parigi e finge di essere uno di loro. Naturalmente il nostro Salvator non se ne sta buono buono a condividere il pane con i poveracci, ma si fa capo di un complotto repubblicano che tenta di rovesciare il regno di Carlo X. Impresa che darà i suoi frutti nel 1830 con la deposizione del re a favore di Luigi Filippo, un sovrano dalle idee un po' meno reazionarie.
Questa la trama in due parole, ben stringata, se si pensa alla mole del lavoro iniziale. Per il momento non l'ho ancora letto, ma non dubito di farlo, prima o poi. Non negherò di subire, ultimamente, una sorta di fascinazione proprio per quel periodo lì, con la sua bella Rivoluzione di Luglio, e Parigi, e Dumas alle polveriere...
Ma è ancora troppo presto per parlarne.
Cercando e ricercando maggiori informazioni sui Mohicani di Dumas, mi sono imbattuta in un telefilm dal nome Salvator et les Mohicans de Paris, produzione francese a cura di Bernard Borderie e Gilles Grangier e composto di due stagioni (1973-1975). Solo la prima serie, tuttavia, attinge alla storia originale di Dumas e si esaurisce con gli eventi del 1830, mentre gli episodi del 1975 raccontano le vicende dei protagonisti all'indomani della Rivoluzione di Luglio, sotto il nuovo regime di Luigi Filippo.
Le impressioni?
Fino ad ora sono riuscita a vedere solo due parti di 10 o 15 minuti del primo episodio. Si prospetta una visione piuttosto sofferta a causa della difficoltà di reperire le puntate intere. E poi, se devo essere sincera, dopo le prime poche scene il desiderio di leggere il romanzo prima di tuffarmi nel film ha prevalso sulla curiosità.
Sospenderò quindi ogni giudizio, almeno fino a quando avrò letto il romanzo. Considerando, poi, che Les Mohicans de Paris è uno dei lavori più lunghi di Dumas, penso che passerà del tempo prima di riprenderne in mano le fila.
Ma non temete, prima o poi ci arriveremo.
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