sabato 27 ottobre 2018

La ricetta dei romanzi di successo: I moicani di Parigi


Caricatura Alexandre Dumas, da conaltrimezzi 
In questo periodo, quindi, sto leggendo una delle opere meno conosciute di Alexandre Dumas e non credo nemmeno tradotta in italiano: Les Mohicans de Paris.

La trama in breve, se di trama si può parlare:
Dumas mette in scena la sua commedia umana nella Parigi di una generazione romantica e della restaurazione. I Moicani sono tutti i diseredati dalla fortuna cche tentano di conquistare la libertà, la gloria e la felicità ai margini di una città che si consacra all'ambizione del potere e del denaro. Le loro vite si intrecciano intorno alla figura di un corriere, Salvator che, contrapposto a M. Jackal, capo di polizia, prepara la rivoluzione del 1830 alla testa della Carboneria.
Preso da babelio


Che poi, parliamoci chiaro, come probabilmente ho detto altrove, Les Mohicans de Paris non sono esattamente un capolavoro. A tratti struggente, a tratti esilarante, può anche risultare lungo, antiquato, sorpassato in molte situazioni (dai, la carboneria! E chi si ricorda più cosa sia la carboneria?) e infatuazioni politiche (l'indiscusso amore per Napoleone e per l'idea di libertà delle nazioni - massonicamente concepita - contro le monarchie europee) e odii reconditi indirizzati soprattutto verso i gesuiti onnipossenti e onnipresenti, sebbene sempre nell'ombra e sempre intesi come categoria astratta, più che come individui dotati di nome e cognome.

Eppure...

Eppure se uno volesse, uno come me, scrittore in erba, imparare da questa operona in sei volumi della consistenza di 800 pagine a tomo qualcosa su come organizzare un romanzo, ne avrebbe di cose da annotare.

Tempo fa parlavamo degli intrecci delle storie individuali di personaggi che vedono i loro fatti narrati intessuti in un racconto corale ben congeniato.

Ma con questo stiamo solo esplorando le possibilità di una struttura ben architettata, ingranaggi della narrazione tarati alla perfezione da un esperto orologiaio.

Ma gli ingredienti, le situazioni, le storie che rendono il romanzo appassionante? Quali sono?

A questo punto rallento un momento per farvi una confessione: a me ha sempre dato fastidio ritrovare nei romanzi contemporanei, che oggi vengono chiamati best seller, appendici di altri generi che non entrano strettamente nel genere in cui il romanzo viene ascritto. Ad esempio: perché, parlando di imperatori romani e battaglie tra barbari, ci si deve infilare la storiella d'amore - per lo più falsa come Giuda - che non ha altro scopo che soddisfare il prurito dei lettori di bocca buona?
Il perché lo so bene: arruffianarsi una fetta di pubblico e accontentare un po' tutti, senza soddisfare completamente nessuno nella maggioranza dei casi.
Da questi modi un po' dozzinali nascono a volte dei veri mostri narrativi in cui ogni lettore prima o poi è costretto ad imbattersi.

Dumas, nei suoi Mohicani, ha fatto un po' la stessa cosa. O forse no, non proprio. Aveva spazio e tempo a volontà per stendere trame a iosa e questo spazio e questo tempo lo ha impegnato tutto e magistralmente.
Ha usato tutti i possibili spunti per tenere il lettore incollato alla narrazione, ma con tale abilità che nessuno sembra messo lì per caso: tutte le divagazioni sono necessarie e tutte sono di buon valore. Molto di questo valore lo acquisiscono anche per la capacità che hanno di fondersi l'una nell'altra.

Ma mi rendo conto che senza esempi concreti, tanto blaterare non lascia comprendere molto. E allora torniamo agli ingredienti del romanzo che Dumas ha usato e che rendono interessante i Moicani.

Storie di carboneria e di rivoluzionari: si tratta di sovvertire l'ordine ingiusto  per farne sorgere uno meno soggetto alle influenze dei famosi gesuiti, pietra di scandalo onnipresente (badate bene, non la monarchia in sé, in quanto al tempo della stesura dei Mohicani, più di 20 anni dopo gli accadimenti narrati, c'era sempre un re a guidare il popolo francese e non sta bene sputare veleno sull'istituzione che ti potrebbe, nel miglior dei casi, censurare).
Storie d'amore: amore per lo più impossibile, declinato in tutte le sue varie salse. Amori divisi da matrimoni di convenienza, amori traditi da amici infedeli e che per rimediare all'impossibilità di un'unione onorevole, non trovano altro mezzo che il suicidio; amori coniugali che potrebbero essere l'idilliaca ricompensa per anime buone e giuste, ma che oscuri segreti o differenze di casta rendono impossibile anche solo il desiderare che esso venga a compimento. E amori sani e belli, ma poveri.
Storie di sopprusi: il nobile figlio ereditiere cacciato dai parenti per impadronirsi del patrimonio che gli spetta e costretto a mischiarsi col popolo e a divenire uno di loro. Bambini uccisi e scacciati per puro calcolo personale, uomini innocenti accusati dei crimini più bassi affinché, giustiziati con infamia, non possano glorificare il loro sacrificio in nome della causa.
Storie di imperatori e di re, in un quadro storico naturalmente ritoccato dalle simpatie politiche dello scrittore e dal bisogno di ingraziarsi i poteri dominanti dell'epoca.
Storie di mare e di corsari, in pieno spirito d'avventura ottocentesca, che il nostro autore affronta con una sorprendente competenza.
Storia e geografia di una Parigi che non esisteva già più al tempo della scrittura dei Mohicani. Dati demografici, informazioni di costume, topografia dei luoghi, un perfetto dipinto di una città che ormai possiamo solo sognare.
Storie di sollevazioni popolari realmente avvenute o anche solo immaginate.
Storie di fantasmi e fattucchiere.
Storie di processi.
Storie di indagini, nel pieno spirito dei detective moderni. Del resto, Edgar Allan Poe aveva già mostrato il modo di condurle, Dumas lo ha solo romanzato un po'.

Ecco cosa Monsieur Dumas metteva nel suo calderone quando cercava di creare un buon bouillon narrativo. Dosati sapientemente, uscivano fuori dei veri e propri capolavori d'intrattenimento.
Chissà se la stessa ricetta narrativa potrebbe ancora riscuotere successo tra i palati della letteratura contemporanea.
A giudicare il successo che ha avuto Roderick Doodle di Mari, romanzo dal sapore finemente ottocentesco, sui può pensare che forse quello di Dumas non è proprio un gusto passato completamente di moda.


2 commenti:

  1. Devo trovare allora questo romanzo. La storia d'amore ce la infilano per i motivi che dici, ci scrissi anche un post tempo fa.

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    1. Lo fionderesti dopo le prime descrizioni dei protagonisti! :D
      Tra qualche post ti spiegherò anche perché.

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