martedì 30 ottobre 2018

L'antro della strega dei Moicani di Parigi di Alexandre Dumas


Tra gli ingredienti del romanzone più lungo scritto da Dumas, Les Mohicans de Paris, compare anche qua e là una vena horror e del mistero dal sapore squisitamente ottocentesco, e la stracciarola-maga fattucchiera, chiamata la Brocante, ne diventa protagonista.

Figura repellente, che si trascina per la Parigi da stracciona a comprare e vendere abiti vecchi e tessuti riciclati, vive in una soffitta umida e sporca con una bambina malaticcia trovata per strada, un suo figlio ancora ragazzino poco meno che un delinquentello, una muta di cani dalle taglie più svariate e una cornacchia nera e imponente. Il suo commercio le frutta denaro, anche se non vuole farlo sapere, e tirchia come è, non spende se non in casi strettamente necessari.
Come commercio parallelo, legge le carte a pagamento.

Costretta dall'eroe della storia a lasciare la soffitta fetida impilata di cianfrusaglie  perché l'ambiente malsano ha già compromesso la salute della bambina trovatella, la Brocante viene fatta traslocare in un appartamento arrangiato appositamente per lei. La casa è piccola ma decente, e quando la Brocante vede la stanza che lei stessa occuperà, arrangiata proprio secondo il suo gusto di fattucchiera, dalle labbra rinsecchite le sfugge un urletto di stupore frammisto a gioia.

E adesso viene il bello, perché Monsieur Dumas ci mostra come doveva essere la stanza di una fattucchiera di professione in quegli anni del primo Ottocento. O almeno ci racconta come l'idea romantica se la figurava.
Date uno sguardo anche voi e ditemi cosa ne pensate:
Alle quattro pareti erano appesi mille oggetti insignificanti per chiunque altro, ma preziosi e meravigliosi per lei: delle storte a croce sormontate da un cranio e coperte da un velo nero; una gamba scarnificata fino al femore che sembrava allontanare sdegnosamente il cranio; un enorme pipistrello con le ali tese che rideva a squarciagola mentre osservava un manichino che provocava una chimera in terracotta; un grande aquilone ornato di tutti i tipi di figure cabalistiche, appeso al soffitto e sospeso proprio davanti a un coccodrillo che, con le fauci spalancate, sembrava volesse inghiottirla; un asso di picche gigantesco che combatteva un asso di quadri nano; un serpente impagliato che si avviluppava all'albero della scienza del bene e del male; una scimmia cappuccina di cartone che indicava il cambiamento del tempo; una clessidra che misurava l'ora; una tromba immensa che sembrava non attendere altro che l'ultimo minuto per suonare lei stessa l'ora del giudizio; e infine, tutto un mobilio da stregoneria, ossia la materializzazione del sogno che la Brocante aveva fatto per tutta la sua vita, il mondo di una chiromante realizzato dall'immaginazione di un pittore.
La giusta atmosfera per preparare l'imminente celebrazione della notte delle streghe, non trovate?



2 commenti:

  1. Eh, una volta con le descrizioni ci sapevano fare. Ora raramente capitano autori che ci si dedichino.

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  2. A me ha fatto sorridere il corredo tipico della fattucchiera. Ossa e pipistrelli e assi di picche e scimmie... :D

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