sabato 22 marzo 2014

Ritratti



All'inizio avevo intenzione di sorvolare sul gotico di Poe e suoi affini, ma ho subìto per un po' l'influenza di quel Ritratto Ovale e mi divertiva l'idea di gironzolarci intorno.

Così, su due piedi, la prima cosa che mi è venuta in mente è stata la magia dello sguardo di un'altra famosa dama ritratta: la Gioconda di Leonardo da Vinci. Anche lui, Leonardo, è riuscito, come l'artista del racconto di Poe, ad immortalare la vita della sua modella, anche se spero non con lo stesso risultato.

La Gioconda di Leonardo daVinci,
1503-1514 c., ripresa da Wikipedia.
No, non è tutta una diceria o un'esagerazione quella che spesso si sente dire riguardo al ritratto. La Gioconda è davvero un capolavoro enigmatico. Io ho avuto la fortuna di vederla dal vivo, al Louvre (altro luogo da non perdere nel vostro Tour Parigino) e ho sperimentato il suo fascino. Lasciate perdere le foto che trovate ovunque, persino qui (!), quelle sono riproduzioni che hanno prosciugato la vita dal dipinto, un po' come il ritratto ovale ha fatto con la sua modella, ma con risultato opposto. Qualcosa di fantastico avvolge quell'opera d'arte. Leonardo è riuscito a dar vita se non proprio alla donna, almeno al suo sguardo. Perché è vero, a seconda dell'angolo da cui si guarda, lo sguardo della Gioconda cambia: da allegro e civettuolo diventa malinconico e mesto, pur continuando a sorridere.

Chissà se Edgar Allan Poe avesse in mente la Monna Lisa quando scrisse il suo racconto. Impossibile? Beh, forse no, ma di questo parleremo un'altra volta.

La seconda cosa che Il ritratto ovale mi ha richiamato alla mente è stato naturalmente Il ritratto di Dorian Gray. È per questo che vi ho tediato con le mie elugubrazioni sul romanzo gotico di Wilde.

Che Wilde abbia subito l'influenza di Poe nella composizione del suo romanzo, ormai i critici sembrano averlo definitivamente accertato. Una delle tante influenze, se guardiamo alla lunghissima lista di libri che vengono additati come fonte di ispirazione: il Faust di Goethe, Melmoth l'errante di Maturin (che, tra parentesi, era il prozio dello stesso Wilde), Platone, Gautier, À rebours di Huysmans (anche se a me sembra che più che l'opera, sia il personaggio di Dorian ad essere influenzato dal romanzo di Huysmans, una sfumatura magari insignificante, ma che a me sembra cambiare un pochino la portata dell'influsso subito dall'opera), Lo strano caso del dottor Jekill e del signor Hide e altri ancora di cui non ricordo nemmeno più, ma che Peter Stegner nella sua tesi Oscar Wilde's gothic: the presence of Edgar Allan Poe in The picture of Dorian Gray elenca con puntigliosa esattezza. Se vi va si saperne di più sugli influssi di Poe su Wilde, andatevelo a leggere. Se non altro quel poveraccio che ci ha lavorato tanto potrà vantarsi di aver trovato qualche lettore che apprezza il sudore della sua fronte. ; )

  
Da Lesley West in Artful Reading
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Vi anticipo, comunque, che le storie che avrebbero maggiormente influenzato Oscar Wilde secondo Peter Stegner sono Metzengerstein, The Assignation, The Oval Portrait (eccolo qui, il nostro ritratto!), The Imp of the Perverse, The Black Cat e William Wilson, tutte passate attraverso la traduzione-rielaborazione di Baudelaire. In questo modo, tutto un filo sotterraneo incentrato sul concetto estetico di Bello corre a legare E. A. Poe a Oscar Wilde attraverso Baudelaire.
Ecco perché non dovrei mai scavare troppo! Adesso, per fare le cose fatte bene, dovrei andarmi a leggere i saggi di E. A. Poe e poi Baudelaire e magari anche Mallarmé. O forse facciamo finta di niente, prendiamo per buone le sensate considerazioni di Stegner e continuiamo per la nostra strada, guardandoci intorno in cerca di altri ritratti.

Ma qui, la mia ignoranza letteraria impone un fermo ad altri eventuali accostamenti al nostro Ritratto ovale, nonostante la grande risorsa che è wikipedia abbia già messo nel mio orecchio una pulce, confermata in parte da alcune frasi lanciate in aria da Stegner stesso. Ma se svelassi adesso il soggetto, non saprei di cosa parlare nel prossimo post.

Ed allora ci vediamo presto, sperando di non metterci troppo a buttarlo giù.



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