martedì 27 maggio 2014

Le donne di Andrea Sperelli


Gabriele D'Annunzio, Il piacere, 1889.



Donna Franca Florio, Giovanni Boldini, 1901.
 Si dice che Donna Elena Muti sia
 stata ispirata dalla sua figura.
Immagine ripresa da anna-warvick.livejournal

So far: Donna Elena Muti, dopo uno struggente addio, è fuggita via dal suo amante-esteta-artista Andrea Sperelli, senza spiegazioni. Il conte Sperelli, per superare l'abbattimento morale in cui un tale abbandono lo ha condotto, si getta a capofitto alla conquista di nuove amanti.

La cosa bella di D'Annunzio è che non si fida troppo della capacità immaginaria del lettore. Non lascia nulla al caso, tiene sempre al guinzaglio la nostra fantasia, in modo da guidare la nostra conoscenza dell'animo del conte Sperelli senza possibilità di fraintendimenti. E come fa? Beh, diciamo che non si limita a descrivere, ma riconduce ogni singolo oggetto di piacere a immagini che noi stessi possiamo ritrovare nel mondo reale. Un esempio? I vasi delle rose del post precedente, che si ritrovano nel quadro del Botticelli nella Galleria Borghese. E le donne dello Sperelli, anche loro oggetti di piacere, che si associano a ritratti di donne celebri.

Vogliamo dar loro un'occhiata?

 Donna Bianca Dolcebuono:

Ritratto di Giovanna Tornabuoni, Ghirlandaio, 1488.
Ripresa da Wikipedia.

Barbarella Viti, la mascula:

Betsabea che si lava, Rembrandt Van Rijin, 1654.
 la contessa di Lùcoli:

La maga Circe, Dosso Dossi,  1522-1524, partic.
Immagine presa da habanera-nonblog

la marchesa Du Deffand:

Ritratto di Juliette Recamier, Nicolas Jacques,dopo 1805.
Immagine presa da Wikipedia.

 E poi c'era Donna Ippolita Albónico, la donna per cui si batte quasi per capriccio:

Maria Maddalena of Austria, moglie del duca Cosimo II de' Medici,con il figlio, Sustermans, 1623 ca.

Ma tutte queste donne riescono a compensare l'assenza dell'amante preferita, di Donna Elena? O, almeno, riescono a dargli un po' di pace?
Ciascuno di questi amori portò a lui una degradazione novella; ciascuno l'inebriò d'una cattiva ebrezza, senza appagarlo; ciascuno gli insegnò una qualche particolarità e sottilità del vizio a lui ancóra ignota. Egli aveva in sé i germi di tutte le infezioni. Corrompendosi, corrompeva. La frode gli invescava l'anima, come d'una qualche materia viscida e fredda che ogni giorno divenisse più tenace. Il pervertimento de' sensi gli faceva ricercare e rilevare nelle sue amanti quel ch'era in loro men nobile e men puro. Una bassa curiosità lo spingeva a scieglier le donne che avevan peggior fama; un crudel gusto di contaminazione lo spingeva a sedurre le donne che avean fama migliore.
 Mmmhh, no, pare proprio di no. Riuscirà la spada a far quello che l'amore non è riuscito a fare?

(To be continued...)

Ops, dimenticavo di dirvi...
Ho trovato questo:




Naturalmente questo circola sul web da prima del mio scorso post, ma io l'ho incontrato solo per caso, proprio scrivendo delle donne di Sperelli. Stesse immagini, simili sensazioni, proprio a dimostrare quanto D'Annunzio sia stato bravo e scrupoloso nell'arte di trasmettere, se non proprio di imporre, l'atmosfera e le visioni che il lettore deve percepire leggendo la sua opera.



2 commenti:

  1. Stai facendo una recensione monumentale di questo romanzo :)
    Non è una letteratura che fa per me, però. Proverò col Notturno e ti farò sapere che ne penso.

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  2. Recensione? Io non faccio recensioni! Non ho l'autorità per farne. :D
    Credo che D'Annunzio sia un buon esercizio di lettura per uno scrittore. Ma, allo stesso tempo, la lettura è un piacere: se annoia, che piacere è? ;)
    Comunque abbiate ancora un po' di pazienza. Le Reading in Progress sono lunghette, ma ormai siamo a metà dell'opera e poi passiamo ad altro. :)

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