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Immagine da viv-it |
Alcune di queste tracce hanno il sapore antico delle filastrocche popolari calabresi, terra d'origine della madre del piccolo protagonista:
Pecoraro magnaricottaOppure:
va alla chiesa e non s'inginocchia
non si cava il cappelletto
pecoraro maledetto.
E vota, navi, e gira, navi,Altre volte, la musica che si diffonde nell'aria è quella dei motivetti della radio o dei dischi di un vecchio fonografo:
E la mia bella piangendu va:
"Levatimi a quellu portu,
Duvi mia mamma sta."
"Mamma mia carissima,
Riscattami di ccà!"
"Figlia mia carissima,
Quant'è 'ssu toi riscattu?"
"Tri leuni e tri barcuni
E tri culonni d'oru nci sta."
"È megghiu chi ti pirdissi,
Ca tant'oru mu si ndi va."
Il Vecchio Organin, probabilmente questo del 1938:
O ancora, questa Signora Illusione:
E poi ci sono le arie della Tosca accanto ai motivetti ballabili della radio nei bar.
A me piace molto questo modo di raccontare la storia: non solo i fatti, ma anche le suggestioni che si risvegliano grazie a una melodia vagabonda che ti segue per strada.
Nella scrittura della Morante, tutto diviene memoria, ricostruzione accurata di una storia viva che ormai noi, figli dei figli della guerra, non ricordiamo purtroppo più.
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