martedì 11 marzo 2014

Spunti e spuntini


Oscar Wilde, Il ritratto di Dorian Gray, 1890.

 

 
Illustrazione de The picture of Dorian Gray del 1925 ripresa da johncoulthart


Il ritratto di Dorian Gray è stracolmo di frasi o concetti o allusioni che stuzzicano la curiosità, quando non la riflessione. Non basterebbe un lavoro di ricerca per esaurirne i significati e le potenzialità.

Ma qui non voglio appesantire troppo le mie farneticazioni con intuizioni più o meno fondate o declamazioni anti o pro Wildiane. Per questo non parlerò del perché Basil Hallward deve morire, o del perché, invece, Lord Henry, colui che allo stesso modo ha contribuito alla degradazione del protagonista, non viene accusato allo stesso modo.

Non entrerò nemmeno in polemica con uno dei tanti articoli trovati per caso sul web che insiste col dire che nel suo romanzo Oscar Wilde dona un sincero ritratto di se stesso (per inciso: un esteta non sarà mai così sciocco da dare una versione sincera di sé, per il semplice fatto che ritrarsi come davvero si è vuol dire ritrarre la vera Vita priva di Bellezza e lo scopo di ogni opera d'arte è creare Bellezza), anche se mi verrebbe voglia.

Mi soffermo, invece, su un passo del primo capitolo, un po' bizzarro a suo modo:

"Dorian Gray? Is that his name?" asked Lord Henry, walking across the studio towards Basil Hallward.
"Yes, that is his name. I didn't intend to tell it to you."
"But why not?"
"Oh, I can't explain. When I like people immensely, I never tell their names to any one. It is like surrendering a part of them. I have grown to love secrecy. It seems to be the one thing that can make modern life mysterious or marvellous to us. The commonest thing is delightful if one only hides it.

«Dorian Gray? È questo il suo nome?» domandò Lord Henry, attraversando la stanza verso Basil Hallward.
«Sì, questo è il suo nome. Non intendevo dirtelo.»
«E perché no?»
«Oh, non saprei spiegarlo. Quando una persona mi piace immensamente, non dico mai a nessuno il suo nome. È come cederne una parte. Sono giunto ad amare la segretezza. Pare essere l'unica cosa che può renderci piena di meraviglia e di mistero la vita moderna. Basta nasconderla, e la più banale delle cose diventa deliziosa.

 Io, io, caro Basil, lo posso spiegare. E in una maniera un po' diversa da quella che intendi tu. Sì, certo, il mistero rende preziosa e seducente ogni cosa, ma secondo me non è solo questo.

E allora ascolta: possedere il nome di una cosa, che sia oggetto o persona, è come possederne anche l'essenza, conoscerla davvero. Il nome, inevitabilmente, ci avvicina, ci rende familiare l'oggetto che designa.

Pura semiotica di base, lo so. Eppure così affascinante, se ci pensiamo. Perché, ad esempio, ammirare un fiore di cui non conosciamo il nome ci dona una soddisfazione maggiore nel momento in cui possiamo associare ad esso un nome? Ci avete mai provato? Andate in un prato e scegliete un fiore sconosciuto, ricercatene il nome e la volta dopo, andate a ritrovare quello stesso fiorechiamandolo per nome. Vi sembrerà di aver aggiunto qualcosa alla sua bellezza. Un segreto che solo voi tra gli altri conoscete.

Basil conosce la potenzialità di Dorian, lo adora, lo venera come fosse il dio della bellezza e dell'ispirazione. Comprende la sua bellezza fino in fondo. Ma dare ad altri quel nome prezioso è rendere altri partecipi della stessa conoscenza. E la cosa posseduta, una volta condivisa, diventa un po' meno preziosa, per il semplice fatto che deve venire condivisa, imbrattata da altre voci che ne stropicciano il nome, altri occhi che ne sporcano l'immagine e tutto ciò che porta con sé.

Non so se ho espresso bene il concetto. Era da un po' di tempo che giravo intorno al mistero del nome in senso lato, ovviamente, e ritrovarmelo all'improvviso tra le righe de Il ritratto di Dorian Gray è stata una piacevole sorpresa.

Ma basta adesso con le elugubrazioni semi-semiotiche. Possiamo dire che con questo post ho terminato la lettura de Il ritratto di Dorian Gray.
Spero di non avervi annoiato con le mie farneticazioni. Intanto, vediamo un po' che stacchetto posso trovare per farmi perdonare.

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