mercoledì 21 maggio 2014

Reading in progress: torniamoci sopra e giriamoci intorno



Gironzolando qua e là, come ogni tanto mi capita di fare, ho scovato un gruppo di lettura interessante che, di tanto in tanto, si diverte a gettare spunti non banali sul ruolo del lettore, sulla sua missione, sulla sua essenza. Lasciando da parte le discussioni sulla nobiltà dell'essere lettore e sull'elevazione di non precisata natura che questo particolare esercizio può apportare a chi lo pratica, mi sono gettata su questo: Il lettore ideale, riassuntino di  Appunti per una definizione del lettore ideale di Alberto Manguel.

Immagine da Bulimia letteraria
Ora, se andate a leggere l'articolo, non sbirciate subito l'ultimo punto, vi toglierebbe il divertimento. Scorrete fino in fondo e iniziate da là. Soffermatevi, però, sul punto numero 3.
Qui si legge:
Il lettore ideale percorre il sentiero battuto. “Un buon lettore, gran lettore, un lettore attivo e creativo è un rilettore.” Vladimir Nabokov.
Come dargli torto?

Ed ecco una delle mie perle (direi di saggezza, ma non oso essere presuntuosa :D).
La lettura, la comprensione dell'opera, non è un qualcosa di fisso e immobile. Girovagando tra libri, scoprendo e scavando intorno, ma anche semplicemente facendo esperienze di vita, il lettore evolve e lo stesso fa la sua capacità di entrare in comunicazione col libro. E così può succedere che non solo l'interpretazione di un'opera, ma persino il grado del suo godimento, possa cambiare. Senza contare che le prime letture, in genere, sono emotive, si corre inseguendo il filo e spesso si sorvola su dettagli che ad una seconda lettura possono procurare un grande piacere.

Ho detto piacere?

Dovevo dire Il Piacere. Ed aggiungerci Gabriele D'Annunzio.

Gabriele D'Annunzio, ripresa da Wikipedia

Oddio, che è successo? Stavo parlando di lettori e mi ritrovo tra le braccia di D'Annunzio?

Seguire la traccia delle mie piroette è piuttosto semplice, credo: tornando indietro di qualche lettura, svoltiamo nelle stanze de Il ritratto di Dorian Gray, per arrivare nella splendida Roma dei papi di Gabriele D'Annunzio.
E adesso non fate i vaghi, la loro relazione è evidente: tutti e due sono colossi della corrente estetica che gironzolava per l'Europa a fine '800 e tutti e due innalzano agli altari della gloria un edonismo sfrenato. Si potrebbe continuare per ore, menzionando la loro idealizzazione artistica della Vita, il loro culto estetico, etc. etc.
Certo, sfumature non banali li differenziano. E magari ne parlerò persino. Ma prima di lanciarmi in una vera e propria comparazione, dopo essermi letta d'un fiato il romanzo di D'Annunzio, vorrei rileggerlo con calma, magari insieme.

Ecco qua spiegato il mio incipit sconclusionato. Tutto era finalizzaro all'annuncio di un'altra sessione delle Reading in Progress, avente per soggetto, questa volta, una rilettura che ha seguito a breve distanza una prima lettura rocambolesca.

Ma prima di riprendere Il Piacere tra le mani, mi sento di spezzare una lancia in favore dello scrittore D'Annunzio.
Quanti lo hanno sentito menzionare come uno dei più grandi scrittori del '900 italiano?
Ammettiamolo, tutti!
Indolence (Salon des Artistes Français de 1914)
Autore: Seignac Guillaume (1870-1924).
Ripreso da verat.pagesperso-orange
Ma quanti lo hanno mai letto?
"Ma è fascista! E che mi metto a leggere un fascistone?!"

A chi la pensa così, rivelerò un segreto, che tanto segreto non è: D'Annunzio scrive bene. Naturalmente il suo italiano è un po' vecchiotto, ma come descrive lui la passione e il desiderio, l'analisi psicologica delle pulsioni e la sensualità che riesce a far trasparire da ogni cosa... non so se ce ne siano tanti capaci allo stesso modo e di sicuro, al momento, non mi vengono in mente. Non date retta a chi lo trova esageratamente inamidato e impettito. O, almeno, dategli la possibilità, prima di condannarlo, di difendersi un minimo.

Quindi, aboliamo le etichette e tuffiamoci nella rilettura, diventiamo per un attimo lettori ideali e scopriamo Il Piacere D'Annunziano senza pregiudizi. Troveremo un attento osservatore dell'anima, oltre che un grande scrittore.




4 commenti:

  1. Non stento a credere che D'Annunzio venga bollato come fascista - qui aprirei una piccola parentesi, se me lo consenti: ogni evento, secondo me, e così ogni personaggio, va considerato in relazione al periodo storico cui appartiene - visto che anche l'opera di Tolkien è considerata "destra" o anche "cattolica".

    Per me sono scrittori e basta, invece.

    Comunque, anche se nel mio blog ho parlato di D'Annunzio, non l'ho ancora letto. Non so se leggerò Il piacere, perché non amo quel tipo di letteratura. Ma qualche sua opera la leggerò senz'altro.

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  2. Sai, credo che il rapporto tra D'Annunzio e fascismo sia estremamente complicato. Forse non è proprio esatto dire che D'Annunzio era fascista, ma che il fascismo era dannunziano. :D Come dici tu, le due cose, autore e storia, sono spesso talmente incastrate tra di loro che diventa difficile dire quali "colpe" siano dell'uno e quali dell'altro nella creazione dell'opera.

    Anche io cerco di non fidarmi delle etichette. Però capita spesso di incontrare gente che si lascia abbindolare dai titoli facili, senza nemmeno conoscere la materia. E poi confessiamolo, noi lettori medi siamo pieni di pregiudizi. Non è semplice convincerci a metterli da parte.

    Non sapevo che tu avessi parlato di D'Annunzio. Devo cercarmi il post, allora.
    La mia prima lettura di D'Annunzio fu "il notturno". Lo portai in giro con me per settimane per quanto mi piacque. Ok, ero un'adolescente in cerca di eroismi personali, ma rileggendolo con calma qualche anno dopo, non mi deluse affatto. Forse quello sarebbe un buon inizio, anche per un cultore di genere altro, come te. :D

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    1. Io infatti sono pieno di pregiudizi, ma sono convinto che li abbiano tutti, in misure magari differenti.

      Ok, allora inizierò con il Notturno :)

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