martedì 17 giugno 2014

Le "devianze" dei vampiri


This book is a love letter to all the vampire books I read over and over growing up. To Les Daniels for his Don Seastian de Villanueva series; Anna Rice for her Vampire chronicles; Tanith Lee for Sabella, or the Blood Stone; Poppy Z. Brite for Lost Souls; Nancy A. Collins for Sunglasses After Dark; Sheridan Le Fanu for Carmilla; and Suzy McKee Charnas for Vampire tapestry.
Queste sono le prime frasi che scrive Holly Black negli Acknowledgments finali de The coldest girl in Coldtown: diciamo che ringrazia di esistere e di averle fatto compagnia durante l'adolescenza tutta una serie di vampiri che io conosco davvero poco.
  
Locandina del film
Intervista col vampiro, 1994.
Ripreso da comingsoon
Forse Anne Rice, per la sua Intervista col vampiro (1973) mi è nota, ma solo per il film omonimo con Brad Pitt e Tom Cruise (1994). E certo, anche Carmilla di Le Fanu. Anzi, proprio lei avevo scaricato qualche mese fa con l'intenzione di leggermela con calma, una volta o l'altra. Vi stupirà sapere che quel momento è giunto?
No, non credo proprio.
Ed ecco rituffarci nella storia della letteratura, tra vampiri e romanzi gotici e... e anche qualcosa d'altro che si mescola a sessualità e psicoanalisi.

Come ormai tutto il mondo riconosce, il vampiro nasconde in sé una figura un po' meno orrorifica, ma non proprio meno aborrita e temuta: il seduttore. Beh, il primo racconto sul vampiro, quello di Polidori (1816), è ricco di allusioni al fascino sensuale di Lord Ruthven, di mestiere vampiro. Senza contare che ricondurre Lord Ruthven a Lord Byron, il getiluomo in esilio che Polidori seguiva nella veste di medico personale, è fin troppo facile. E Lord Byron, si sa, era noto nel suo milieu per il suo approccio disinvolto al gentil sesso. Nonostante questo, in Polidori l'aspetto sessuale e sensuale del vampiro rimane superficialmente trattato.

Immagine da audible.com.au
Carmilla esce qualche decennio più tardi (1872). Onestamente non so quanti altri vampiri siano nati nel frattempo. So che la figura del vampiro si è arricchita di caratteristiche sempre più inquietanti e per lo più grazie all'inventiva dei francesi; ma quanto il parallelo tra libertinaggio e vampirismo abbia avuto importanza nella produzione di quel periodo, non potrei dirlo.

E poi, ad un tratto, se ne esce questo Irlandese, Le Fanu, con una storia dalle tinte forti e dalla solida base folcloristica.
Il racconto viene presentato come il resoconto di un caso del dottor Hesselius, una sorta di dottore dell'occulto, il primo nella letteratura fantastica a sentire Wikipedia. Il caso viene raccontato in prima persona da una delle protagoniste della vicenda: Laura.
Di riassunti ce ne sono a migliaia sul web. Basterà qui raccontare che Laura e suo padre accolgono in casa una bellissima giovane, Carmilla, che poi si dimostra essere non proprio una gentil dama. Questa creatura è abituata ad intrufolarsi nel nucleo domestico di famiglie agiate e nutrirsi del sangue di tutte le donne del circondario. Uccidendole, naturalmente. Di solito l'operazione è veloce e nel giro di qualche notte le sfortunate muoiono. Ma quando invece Carmilla si invaghisce della preda, allora il piacere del consumare viene prolungato per settimane.

Già, Carmilla si infatua delle sue prede in modi così profondi e manifesti che la protagonista, Laura, a volte pensa che la sua bellissima amica, verso cui prova allo stesso tempo una forte attrazione e un'altrettanto viva repulsione, non sia altri che un giovinetto travestito da donna e venuto a farle la corte, proprio come accade nei romanzi. L'ambiguità della relazione è davvero poco ambigua. C'è poco da fare, l'evidenza è incontestabile: la vampira è libertina e predilige pure il proprio sesso.
Ma come? Un racconto di fine Ottocento che parla di libertinaggio spinto e di rapporti omosessuali tra donne? E con un tono così esplicito da lasciare a bocca aperta?

Eh, sì, può succedere, se il libertino omosessuale viene trasfigurato in vampiro. La "devianza" di gusti sessuali viene fatta ritornare nella normalità, o meglio, nella anormalità del caso: il vampiro è un essere deviato di suo (come anche il libertino). Vuoi che non sia deviato fino in fondo, magari anche nei gusti sessuali? E la vittima che sembra darle spago e corrispondere? Beh, è il potere del vampiro che la imbambola, perché lei, di fondo, è "normale".
E così si mischiano "devianze" di vario tipo, senza veli o pudori.

Immagine ripresa da graphicclassics
A parte le morbose inquietudini eterodosse del racconto, un'altra particolarità mi ha sorpresa: le scene in cui si descrive l'attacco del vampiro. Eh, questo lo dovete leggere per capirlo fino in fondo, perché non è facile rendere l'idea di terrore che la lettura fa sorgere nel cuore della notte ad una mente fervida. Immaginate l'attacco del vampiro: la bella dorme nella penombra di un fioco lume mentre ai piedi del suo letto si materializza un'ombra simile ad una bestia nera indefinita e inquieta, che salta sul letto ed è lei, ha il volto di Carmilla! Due punture sul petto e quando la vittima la riconosce, lei si rizza, ed è già alla porta, quasi fosse scomparsa e riapparsa. La guarda e, per l'ultima volta, scompare nel nulla.
Sembra un film!

Chissà come rende la scena sullo schermo. Se vi va di scoprirlo, su goticomania trovate l'elenco di tutti i film tratti dal racconto.

Buon divertimento. 


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