martedì 13 novembre 2018

Ancora sugli allunga brodo...

Allungare il brodo da Italian for my girlfriend

Si parlava, se ricordate, di allunga brodo, ovvero dell'arte di allungare il discorso.
E parlavamo anche della mia difficoltà di applicare questo furbesco escamotage per dar più ampio respiro alle mie storie.

Soffermiamoci, se vi va, su considerazioni riguardanti testi già letti come, ad esempio, Il labirinto greco, di Manuel Vázquez Montalbán.
Lo abbiamo già visto, ne abbiamo parlato, lo so, eppure come non rivangare un particolare modo di allungare il brodo che, a me personalmente, ha lasciato a tratti l'amaro in bocca, a tratti un certo senso di fastidio, ma anche, a volte, un senso di stupore non del tutto sgradito?

Il primo esempio che mi viene in mente e che mi disturba un pochino è la descrizione della Barcellona di Manuel Vázquez Montalbán in soqquadro per i lavori dei mondiali del 1992.

Carvalho, il detective privato protagonista, corre di qua e di là tra paesaggi si direbbe disastrati, sinistrati dalle demolizioni e ricostruzioni in visione dei mondiali, per poi lanciarsi in invettive contro le speculazioni che vi sono dietro e a cui mezza Barcellona imprenditoriale e politica prende parte.
Ecco, proprio quelle descrizioni, con i loro sottintesi di corruzione e denunce al "magna-magna" generale (oh, voi che avete visto "Come un gatto in tangenziale", ridacchiate pure dell'espressione colorita!), descrizioni che in qualche modo ammiccano a possibili aperture verso sotto trame inaspettate, si sgonfiano in un batter d'occhio e si appiattiscono in una scenografia un po' squallida che non ha nessun altro scopo se non ... allungare il brodo.
Mettiamoci anche che Manuel Vázquez Montalbán cerca di nobilitare il tutto con il suo linguaggio baroccheggiante che, nonostante i buoni intenti, a chi certi argomenti non incuriosiscono ma al contrario deprimono, fa un effetto repellente, ed ecco qui l'esempio tipico di un allunga brodo che non ti prende, non stimola e sicuramente non verrà mai preso ad esempio come possibile allunga brodo, almeno non dalla sottoscritta. No, decisamente niente descrizioni di ristrutturazioni cittadine e corruzioni sottobanco nelle mie prossime storie se non fisiologicamente legate all'economia del testo.

Ma tu, lettore disincantato, potrai anche dirmi che tutti i generi di allunga brodo sono da evitarsi se non fisiologicamente legati all'economia del testo. E io ti darei anche ragione, se poi non dovessi cercare un antidoto contro quell'intimo senso d'economia che rende i miei lavori più simili a racconti che non a romanzi.

E poi, a voler essere pignoli, bisognerebbe anche definire esattamente il concetto di allunga brodo per stabilire cosa si possa etichettare con tale definizione. La storiella d'amore nella trama d'avventura di molti best seller contemporanei dovrebbe essere etichettata come allunga brodo o come episodio d'intrattenimento? E l'inserimento di tutta una commediola burlesca, come vi raccontavo altrove, deve essere considerato anche questo artificio, come forse affermo con troppa fretta e liberalità, un allunga brodo, o può essere visto come uno stacchetto comico che si inserisce sapientemente nella struttura generale dell'opera e che anzi rinnova il genere burlesco, ribaltando il collaudato e anche un po' troppo sfruttato finale in favore di una risoluzione inaspettata?

E, sulla stessa scia, come deve essere considerato il resoconto della preparazione della cena per l'ospite del detective Carvalho, descrizione minuziosa non solo degli ingredienti, ma anche della preparazione passo passo delle pietanze, spiegazione che prende ben due pagine e mezzo - cinque facciate - del romanzetto poliziesco?

Forse tutto è legato alla capacità d'intrattenimento dell'allunga brodo, ossia alla bravura dello scrittore nel giocarsi elementi che non c'entrano troppo con la trama, ma che danno un po' di colore, se sapientemente usati.

Resta comunque un lavoro non privo di divertimento, almeno per me, quello di studiare gli allunga brodo riusciti e, ancor di più, quelli riusciti un po' meno, e cercare di sfruttarli a modo mio, o evitare a tutti i costi di farlo quando proprio non ne vale la pena.




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