martedì 6 novembre 2018

L'arte del ritardare, ovvero tecniche allunga brodo

Dottor Balanzone

E dopo Hallowen, il giorno dei morti e tutta l'atmosfera lugubre del periodo, pare simpatico staccare un pochino, dirigersi verso altri motivi, senza disertare tuttavia il nostro caro Monsieur Dumas e i suoi Moicani.

Lo sappiamo, ormai: Dumas scriveva feuilletton per le riviste e più i suoi romanzi e racconti erano lunghi, più la gente era contenta e più l'editore pagava bene. E Alexandre Dumas padre era sempre a corto di soldi e per questo non disdegnava allungare il brodo.

Se siete degli autori in erba come me, che hanno idee che non si lasciano manipolare troppo e che tendono a compiersi in modo essenziale piuttosto che sciorinare lungaggini baroccheggianti, leggere Les Mohicans de Paris può essere frustrante e allo stesso tempo illuminante.
Può cioè fornire numerosi spunti e tecniche per "allungare il brodo" senza annoiare troppo il lettore.
Un esempio che mi viene subito a mente: l'inserimento nel corpo del romanzo di un testo dal tono dissimile, appartenente ad un timbro di diverso genere. In parte lo abbiamo visto con la Brocante e il suo lugubre covo, dall'atmosfera ben diversa da quella delle storie tragiche o idilliche d'amore. In parte lo vediamo con gli inserti comici di scenette colorite. E ora vi spiego:


Il protagonista ha bisogno che più persone che non sta bene che si incontrino faccia a faccia ricevano un segnale segreto che inneschi degli eventi finalizzati a una cospirazione eccetera eccetera. Il segnale deve essere incomprensibile ai più e insospettabile. Allora si stabilisce che esso sia dato durante lo spettacolo di piazza della compagnia di saltimbanchi.
Come?
Se il pagliaccio di turno che fa da spalla al protagonista, oltre a ricevere la pedata finale, come è normale che sia in questo genere di spettacoli, la restituisce al mittente, allora i cospiratori nascosti tra il pubblico hanno la certezza che una certa cosa deve procedere in un certo modo.
Va bene, trovata geniale, mi direte voi, ma com'è che si allunga il brodo?

Semplice: la voce narrante fa qualche scusa al pubblico, invita le dame e i lor signori lettori a rilassarsi e a godere dello spettacolo dei saltimbanchi per intero. Sì, proprio per intero: mezz'ora di battute di botta e risposta comiche ed esilaranti tra due buffoni e qualche altro personaggio secondario sulla scena.

E io che sarei passata subito a descrivere la doppia pedata!

Ma non è ancora finita!
I dialoghi, ad esempio, hanno un'abilità strabiliante, in un gusto squisitamente francese direi, di allungarsi a dismisura senza dire niente per righe e righe di battute. Un esempio?
"Signori e Signore", riprese Copernico appena il silenzio fu ristabilito, "sarebbe ingiusto additarmi come responsabile del ritardo che vi ha offeso; perché, alle quattro precise, rivestito del mio costume di Cassandro, io ero pronto ad avere l'onore di apparire davanti a voi".
"E allora, perché non siete apparso?", gridarono le stesse voci. "Dove eravate? Che cosa stavate facendo?"
"Dov'ero e cosa facevo, Signori?"
"Sì, sì, sì, dove eravate? Come mai questo ritardo? Che scuse avete?"
"Da dove viene questo ritardo misterioso? Da dove viene, Signori? Bisogna proprio che ve lo dica? Sì, credo che convenga porgervi questo segno di deferenza".
"Parlate! Parlate! Parlate!"
"Ebbene, poiché bisogna proprio dirvelo, questo ritardo viene da una disgrazia immensa, spaventosa, inaudita..."
Cosa abbiamo appreso da questo dialogo di ben 117 parole? Nulla di più di quel che sapevamo prima che il signor Copernico entrasse in scena: lo spettacolo portava del ritardo e gli spettatori infuriati ne chiedevano la ragione.
La ragione è data nello stesso modo prolisso, botta e risposta senza tuttavia dare informazioni se non accuratamente centellinate, tra battute di spirito e giochi di parole ad alleggerire l'attesa della sostanza.

Ecco qui come si allungava il brodo ai tempi di Dumas padre. Forse un metodo un poco anacronistico, ma non del tutto spiacevole.
E, soprattutto, parecchio francese.




2 commenti:

  1. Mi sono capitati "trucchi" del genere in romanzi dell'epoca, anche se magari non erano trucchi veri e propri, ma solo il modo di quel tempo di narrare.

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    1. Infatti, in parte e' uno stile narravo, ma in parte e' proprio un trucchetto per farla lunga, almeno con Dumas. :)

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